Sindaco di Tagliacozzo attende per un’ora e mezza l’arrivo di un ambulanza

Caso di mala sanità colpisce anche Maurizio Di Marco Testa.

 

Tagliacozzo. Chiama l’ambulanza per un malore intestinale improvviso, ma questa impiega un’ora e mezza di tempo per arrivare a destinazione. Disagi e ancora disagi connessi al depauperamento del presidio ospedaliero Umberto I di Tagliacozzo. Ieri, l’emergenza ha sfiorato il caos. Il Comitato Pro Ospedale, capeggiato dalla dottoressa Rita Tabacco, afferma: «La sanità non può permettersi questi default in Abruzzo».

 

Per arrivare dal Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Avezzano alla città di Tagliacozzo, luogo del soccorso, l’ambulanza ha impiegato circa un’ora e mezza di tempo. «Una tempistica, questa, che fa acqua da tutte le parti e che, di certo, non risponde all’appello del cosiddetto hashtag ‘#LaSanitàCheCambia’ coniato, a suo tempo, dall’assessore regionale Silvio Paolucci». La disavventura di salute accaduta ieri al primo cittadino di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa, non è stata, per fortuna, catastrofica. Il sindaco, colpito da un dolore acuto a causa di una colica renale, è stato protagonista di un triste ‘incidente’ della Sanità abruzzese. Il protocollo prevede, a rigor di logica, che il tempo massimo per effettuare un servizio di trasporto e di soccorso a bordo di un’ambulanza, sia di mezz’ora contata (già troppo ‘larga’, in realtà, se si sta combattendo, ad esempio, contro un ictus o contro un’emorragia), ma ieri così non è stato. La presidente del Comitato di difesa dell’Ospedale Umberto I di Tagliacozzo, la dottoressa Rita Tabacco, avvocato, non risparmia, a fronte di ciò, parole cruente di lamentela.

«Dal giorno in cui il nostro Pronto soccorso – afferma – è stato trasformato e, di conseguenza, calcificato in un Punto di Primo intervento, venendo, in questo modo, impoverito di un mezzo salvavita e assolutamente indispensabile quale un’ambulanza in servizio H24, la situazione sanitaria della Marsica Ovest, è a rischio. Essa, inoltre, non rispecchia affatto i cardini normativi contenuti nell’intesa Stato-Regioni del 5 agosto del 2014, la quale pone particolare attenzione proprio sui Pronto soccorsi considerati al di fuori dei parametri indicati nei Piani Sanitari e per i quali, quindi, è prevista una deroga. Nello specifico, per i Pronto Soccorsi delle isole e per i Pronto Soccorsi dei paesi montani, quale è Tagliacozzo ad esempio, il presidio di sanità deve essere istallato o mantenuto», afferma. Si ricorda, di fatti, che il taglia e cuci regionale a discapito della sanità locale è stato operato il giorno 1 dicembre del 2014, per mezzo di una direttiva imposta dall’allora manager Silveri e avvalorata dall’assessore alla Sanità, Paolucci. La città di Tagliacozzo, però, non è sola in questa battaglia per una sanità più capillare. Al suo fianco, ci sono anche le 10 frazioni che circondano il Comune e che fanno parte della sua vita attiva, la quale, a volte, può essere anche intervallata da momenti di emergenza sanitaria. «Ieri, il sindaco ha accusato – spiega la Tabacco – un dolore fortissimo a causa di un colica renale. L’attesa dell’ambulanza proveniente da Avezzano è stata lunghissima a causa della privazione dell’ambulanza nostrana, un tempo punto di riferimento efficace di tutto il bacino della Marsica occidentale. Il sindaco è stato per un’ora e mezza preda di un malore acuto, in attesa che lo portassero al Pronto soccorso. La mancanza di un presidio di sanità H24 si fa sentire più forte che mai». Il sindaco, comunque, prima dell’arrivo dell’ambulanza fatidica, è stato, in un primo momento, accolto, visto il dolore acuto accusato, dal dottor Piccirilli e dall’infermiera, turnisti, allora, presso il Punto di primo intervento. Loro, secondo il racconto dei protagonisti, hanno adottato tutte le operazioni necessarie del caso, dimostrando un’elevata capacità professionale. Quindi, perché chiudere il presidio di sanità?

La situazione sanitaria di Tagliacozzo galleggia ancora adesso nell’ombra e nella superficialità di azioni riparatrici intraprese. «In Abruzzo, la situazione della salute impoverita non sembra essersi risolta. Chiudono tanti centri di sanità, i quali, sono e avrebbero potuto essere anche centri di vita e di tutela della persona umana». Falcidiato il Comune di Atessa e il Comune di Guardiagrele, ora il Comune di Tagliacozzo, nella sua identità più popolare, ha deciso di non prostrarsi ancora all’accetta regionale. «In tutti i modi – conclude Rita – noi continueremo a lottare per riportare l’attenzione su una sanità mal gestita e assolutamente sforbiciata nei suoi servizi essenziali. Tagliacozzo, in questa battaglia, si rifà alla Carta Costituzionale e più precisamente all’articolo 32. Il caso del primo cittadino di Tagliacozzo vale come esempio per tutti: non è accaduta alcuna tragedia ieri, fortunatamente, ma fa troppo male sapere di non essere coperti dal punto di vista sanitario e di non poter contare più su un servizio di soccorso lampo. Siamo arrivati a dover pregare Dio perché non vi sia troppo traffico tra Avezzano e Tagliacozzo».

 

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