Stanziati 145 milioni per valutazione rischio sismico e progettazione, ecco come partecipare

È disponibile sul sito del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) l’avviso pubblico che stanzia circa 145 milioni di euro in favore degli enti locali per effettuare le verifiche per la valutazione del rischio sismico e la progettazione di eventuali interventi di adeguamento nelle scuole che si trovano all’interno delle zone 1 e 2.

Il 20% delle risorse  disponibili è destinato agli enti locali delle quattro Regioni (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) colpite dai terremoti del 2016 e del 2017. Gli enti locali proprietari di uno o più edifici scolastici di ogni ordine e grado, che si trovano nelle zone sismiche 1 e 2 e censiti nell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, possono richiedere il finanziamento per le verifiche di vulnerabilità sismica e, qualora fosse necessario, per le progettazioni di eventuali interventi di adeguamento antisismico. La graduatoria dei beneficiari verrà definita in base ai criteri indicati nell’avviso pubblico, tra cui la vetustà degli edifici, la quota di cofinanziamento, l’appartenenza alla zona sismica 1 o 2, la tipologia costruttiva e di progettazione.

Il contributo per la progettazione sarà riconosciuto per l’importo richiesto solo se, dopo la verifica di vulnerabilità, l’indice di rischio risulterà inferiore allo 0,8 (e quindi sarà necessario sviluppare la progettazione di adeguamento sismico). Non sarà riconosciuto, invece, se l’ente locale deciderà di predisporre una nuova costruzione piuttosto che un intervento di adeguamento sismico, in quanto non conveniente.

Il portale per l’inserimento dei dati sarà accessibile dal 4 maggio 2018 fino alle ore 15.00 del giorno 5 giugno 2018.

Una ulteriore occasione, per i nostri Comuni, per conoscere la vulnerabilità sismica degli edifici scolastici e recuperare quelli che dovessero risultare non idonei, mantenendo così il rapporto esistente tra strutture scolastiche e contesto urbano.

L’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Teramo, nell’informare di questa nuova opportunità, evidenzia come sia necessario conservare il più possibile gli edifici scolastici all’interno dei centri abitati, magari arricchendoli di nuove funzioni che li rendano “centri civici” a servizio dell’intera collettività anche al di fuori delle attività scolastiche.

La preoccupante “tendenza” ad abbandonare le “vecchie” strutture a favore di ipotetici “campus” scolastici, delocalizzati rispetto ai contesti urbani, infatti, oltre a comportare un inutile consumo di suolo e a richiedere la realizzazione di ulteriori infrastrutture di collegamento (strade, parcheggi, ecc.) rischia di privare quartieri e centri storici di strutture di riferimento che contribuiscono a rendere vivo il contesto sociale.

Andrebbbe quindi – sottolinea l’Ordine – privilegiato il più possibile il recupero degli edifici e, dove non possibile per questioni tecniche e/o economiche, verificare la possibilità di demolire e ricostruire in loco una nuova struttura, evitando di lasciare contenitori abbandonati e spostare i servizi alla collettività in altre zone.

D’altra parte – concludono gli Architetti – la scuola non è solo un edificio ma un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini, un elemento di identità che va valorizzato e preservato e non reso un semplice contenitore da trattare come un qualsiasi centro commerciale, facilmente raggiungibile in auto e dotato di tantissimi parcheggi, dimenticando che l’istruzione, e la cultura, si costruiscono anche attorno ai contesti di riferimento.

 

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