Stop al femminicidio: a Capistrello la prevenzione parte dalle scuole

Informare e formare le generazioni future al rispetto per le donne perché è dal mondo della scuola che la strada della prevenzione può e deve partire. Si è tenuto ieri, nel giorno in cui si celebra la Giornata Internazionale della Donna, presso l’Istituto Sabin, il convegno dal titolo “Stop al femminicidio, no alla violenza sulle donne” organizzato dall‘Amministrazione Comunale, in collaborazione con la dirigente scolastica Francesca Di Tecco. 
Un importante momento di riflessione e sensibilizzazione che ha visto sul tavolo dei relatori il penalista Nicodemo Gentile, la dottoressa Monia Giordani, Assistente Sociale-Mediatore Familiare Aims, e, in rappresentanza dell’amministrazione comunale,  il vicesindaco Geltrude Scatena e l’Assessore Antonella Silvestri. Tra il pubblico, oltre agli studenti, anche numerosi genitori.
Interessante il contributo portato dalla dottoressa Giordani che ha sottolineato come esistano varie tipologie di violenza e non solo quella fisica e sessuale. Molto frequenti, infatti, sono anche i casi di violenza psicologica, che rendono fragile la donna e hanno l’obiettivo di minarne l’identità, quelli di violenza economica, che portano la donna ad una posizione di squilibrio economico rispetto all’uomo, e quelli di violenza domestica. Si tratta, in quest’ultimo caso, di un tipo di violenza silenziosa che quasi mai viene denunciata poiché le donne, per motivi economici o per vergogna, preferiscono tacere.
L’avvocato Nicodemo Gentile, nel suo intervento, portando ad esempio alcuni tra i più grandi casi di femminicidio in Italia, ha esortato i ragazzi a riflettere. “Non esiste una famiglia tipo, persone geneticamente predisposte alla violenza, ma può succedere a chiunque e in qualsiasi momento. Chi pensa il contrario è un grande illuso.  La violenza sulla donna spesso non ha una targa, non ha una matrice, ma la si può trovare ovunque. Non pensate mai che la violenza esploda solo in certi contesti ed abbia determinati percorsi. Agli abusanti non è stato dato un timbro alla nascita. E’ importante parlarne, anche se è difficile trainare l’attenzione dei ragazzi di questa età”.
Redazione

 

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