VENTI ANNI DI ESPERIENZE TRA UNA MALATTIA E L’ALTRA MI HANNO INSEGNATO MOLTO

Nonostante tutto sono felice e soddisfatto, la vita mi ha dato il tempo per fare quanto di piu’ potevo, anche se a 65 anni si ha voglia di fare tanto ancora e sento che lo farò, mai perdere la speranza, mi inventero’ un altra poesia.

Sono 20 anni che convivo la mia vita con il cancro, tra lascia e piglia😊 giocando a nascondino, siamo diventati amici, per forza e ci rispettiamo per necessita’.

E’ una parte di me che si e’ trasformata, cellule che impazziscono e il mio sistema immunitario che non e’ piu’ capace di riconoscere, le buone e le cattive .

Non gli portero’ mai rancore e odio, purtroppo non e’ colpa di nessuno o e’ colpa di tutti, cambia poco, fare a botte con il dolore ci si rimette sempre.

E cosi le cellule si trasformano ed entrano come clandestini, travestiti da profughi  e ogni tanto, qualcuno si lascia saltare in aria, come kamikaze e fanno danni irreversibili.

Cado e mi rialzo, sono uno che non si arrende molto facilmente, sono un testone abruzzese.

Mi sento come in guerra, ho vinto tante battaglie, ma le cicatrici restano e la guerra continua.

Sono stanco pero’, ma non e’ questo che mi fa paura e nemmeno mi preoccupa piu’ di tanto, è il corso della vita che lentamente si consuma.

Nel frattempo mi curo meglio che posso, nonostante infarti continui, causa, terapie oncologiche e un intervento a cuore aperto.

Faccio immunoterapia oncologica, vicino casa mia, ad Avezzano, ho un ottimo staff medico che mi segue, tutto funziona alla perfezione, nel reparto di oncologia.

Ringrazio una per tutti la dottoressa Giovanna Amiconi, responsabile del reparto.

Ormai sono un numero di protocollo ovunque in Italia la cura non cambia, e’ la stessa, fiducioso vado avanti alla giornata.

Ringrazio i miei angeli custodi, i medici che mi danno tanta speranza, oltre al buon Dio, una medicina speciale, che non ha controindicazioni ❤.

Vorrei pero’ che gli ospedali  funzionassero tutti, da nord a sud, da est a ovest, perche’ la vita ha bisogno di rispetto, la sanita’ non si taglia, meglio tagliare le mani a chi ruba, cosi chi lo vuole fare ancora ci riflette.

Vorrei che gli ospedali affiancassero figure professionali a chi tra una terapia e l’altra aspetta 15 gg per rivedere il suo oncologo con il quale consultarsi.

A volte ci crediamo onnipotenti, crediamo che ne sappiamo piu’ noi che I medici e ci infanghiamo in sabbie mobili che ci inghiottono un po alla volta.

Spesso somatizziamo le nostre preoccupazioni in dolori che in realta’ non dovremmo avere, seguiti da attacchi di panico.

Siamo tutti alle stesse condizioni, viviamo una vita stressata, non ci sentiamo garantiti, crediamo di essere onnipotenti, ma tutti abbiamo bisogno di essere ascoltati, soprattutto quando uno sta male e gli altri cercano di sminuire, finendo di affossarsi.

Raccontandoci scopriremo parti nascoste dentro di noi, la causa dei nostri malcontenti.

In America come in altri paesi civili, ognuno ha uno psicologo, un punto di riferimento, dai quali si lasciano aiutare, anche I potenti della terra e molti medici famosi fanno lo stesso.

Siamo umani in un mondo in cui non esiste piu’ dialogo, nemmeno in famiglia, mentre viviamo tutti una isolati dal mondo reale, siamo diventati schiavi di un telefonino che sta diventando l’unico mezzo di comunicazione tra persone.

Raramente leggo qualcuno che si sente soddisfatto.

Qualcuno dira’ che non ha I soldi per pagarsi un medico, che ti aiuta a togliere le medicine, per ansia e depressione, dal tuo comodino in camera.

In questo caso troviamo una persona di fiducia e parliamoci, diciamo cio’ che la mente ci suggerisce, allo stesso tempo impariamo a conoscerci meglio e forse troveremo la causa dei nostri problemi.

Quando sentiamo il bisogno di chiedere aiuto, facciamolo, torniamo ad essere padroni delle nostre menti.

In questi anni di esperienza con la malattia, ho conosciuto tanta gente, molti avevano bisogno di uno sfogo ed io ho cercato di ascoltarli.

La mattina quando uscivo di casa mi sentivo come un bicchiere mezzo pieno.

La sera tornando a casa ero un bicchiere pieno, nonostante avessi dato un sorso d’acqua a chi ne aveva bisogno.

Diamo una svolta alla nostra vita, l’autostima e il credere in noi, sono il punto di partenza.

Un abbraccio a tutti.

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