Vi presentiamo Matteo Della Rocca classe 2000

Che il calcio sia spesso scenario di storie fantastiche è ormai risaputo . Che questo afflato romantico, nascosto dietro alla fatica e ai sacrifici, sia il motivo che lo rende lo sport più bello al mondo è un dato di fatto.
Abbiamo il piacere, oggi, di raccontarvi, con quel velo di magia, la storia di uno dei talenti più vivi del calcio nostrano. La storia di un ragazzo che, con il favore dei pronostici, senza sbilanciarci troppo, ha davanti a se orizzonti più ampi ai quali aspirare. Classe 2000 Matteo Della Rocca, figlio d’arte, presenta già un palmares di tutto rispetto con la ciliegina sulla torta rappresentata da quel gol vittoria alla Juventus, a Torino con la maglia del Celano, nell’aprile 2011. Cresciuto nel settore giovanile del Celano approda, dopo aver realizzato 25 gol nel campionato giovanissimi regionali (2014/2015), nella stagione 2015/2016 alla corte del Pescara. L’avvio della seconda stagione però non è dei più floridi: un infortunio all’anca lo tiene lontano dai campi da gioco. Eppure Matteo sa bene però che quando i sogni urlano non si ha il tempo di stare, lì, fermi, a guardare. Nel mercato di gennaio è il Frosinone ad assicurarsi le prestazioni sportive del forte esterno mancino di Cerchio.
Noi di MarsicaSportiva.it abbiamo raggiunto, in esclusiva, Matteo Della Rocca.
Matteo, partiamo dall’inizio: raccontami un po’ di quel giorno nell’aprile 2011 contro la Juventus. Cosa ti ricordi, cosa hai provato?
Si mi ricordo molto bene quel giorno! Era aprile, nessuno credeva che noi del Celano potevamo vincere contro la squadra, allora e tutt’ora, più forte d’Italia. Eravamo piccoli ma determinati: non avevamo paura di confrontarci con nessuno, anzi sfide del genere ci galvanizzavano. Siamo andati a giocarci questa semifinale mettendoci, come ci ripetevano tutti, cuore e talento. Il risultato è stato battere la Juventus 1-0 con un mio gol. Avere nel mio curriculum un gol con la Juventus è sicuramente motivo d’orgoglio e per questo non smetterò mai di ringraziare i miei compagni che hanno reso possibile tutto questo.

Cosa ti ha spinto, visto le altre pretendenti, a sposare il progetto del Frosinone calcio?
L’inizio della nuova stagione a Pescara è stata davvero molto difficile. Ho avuto un infortunio all’anca sinistra che mi ha costretto a stare fermo per un po’ compromettendo, di fatto, la mia stagione. Ci sono state, poi, tante altre problematiche che mi hanno portato a guardarmi intorno. Il Frosinone è una squadra importante e professionale come poche. Non posso non dire, poi, che ha realizzato i sogni di due miei compaesani Daniel e Matteo Ciofani, quindi perché non sperare…?
Della Rocca: tuo padre, Silvano, ha incantato le platee marsicane e non solo con la sua immensa classe. Quanto pesa per te portare il suo cognome sulle spalle? E quanto invece è motivo di stimolo?

Si mio padre è stato un grande calciatore sebbene ha avuto tanta sfortuna. Il suo cognome ha un bel peso, non lo nego: in tanti si aspettano tante cose da me. È un peso comunque relativo perché non ho intenzione di deludere le aspettative riposte. Se ti dicessi che non è stimolante, dunque, mentirei. Spero che tutto vada per il verso giusto e che, un giorno, io possa essere importante come lui nella zona marsicana.

Matteo, un anno e mezzo alla corte del Pescara Calcio disputando un interessantissimo campionato “Allievi nazionali”, poi l’addio. Cosa ti porti dietro di questo periodo è cosa lasci, invece, a Pescara?
A Pescara ho trascorso sicuramente uno dei periodi più belli della mia vita: andare via di casa, lasciare gli amici e le abitudini del paese, è un qualcosa che ti responsabilizza.
Inseguire quello che ami poi è, per me, motivo di orgoglio. Mi porto dietro speriamo, con gli scongiuri dovuti, non la sfortuna; di sicuro una crescita importante sotto il profilo mentale con il modo giusto di vedere le cose e, infine, come dicevo prima, sicuramente il ricordo di uno dei periodi più belli della mia vita.
A Pescara lascio i compagni, le amicizie. Colgo l’occasione, se mi permetti, di fare un grande in bocca al lupo a tutti, non posso che ringraziare tutti per questo periodo magico.

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Una settimana e qualche giorno, vista la sosta, per conoscere meglio i tuoi compagni e integrarti, poi, il 5 febbraio, la Roma. Che tipo di partita ti aspetti e come pensi che squadre di questa caratura vadano affrontate?
Sono sicuro che sarà una partita molto difficile sotto il profilo mentale. La Roma è la più forte del nostro girone ma spero, come in quella semifinale di qualche anno fa, che questa sfida ci galvanizzi al massimo anche perché nei derby non dovrebbe valere la regola che chi parte svantaggiato porta a casa il risultato? (Ride)

 
Nel calcio partenze e arrivi viaggiano sullo stesso binario. Per raggiungere la propria metà si ha bisogno di vari fattori, primi su tutti, abnegazione e costanza. Quali sono, secondo te, al momento, i tuoi pregi e i tuoi difetti?
Credo che l’atteggiamento mentale sia qualcosa su cui non bisogna mai smettere di lavorare. Per il resto non sono un giocatore che ama fare numeri che fanno impazzire la gente. Credo che il mio pregio sia giocare semplice, arrivare sul fondo e mettere la palla in mezzo oppure sfruttare il mio tiro da fuori area.

Alla luce di questo, se tu dovessi dare dei consigli a Matteo Della Rocca che cosa gli diresti? E se dovessi fargli un augurio?

Se dovessi darmi dei consigli sicuramente mi direi di restare umile e sereno. Di lavorare su me stesso e impegnarmi ogni giorno con la stessa grinta e cattiveria. Se dovessi farmi un augurio sicuramente, scongiuri dovuti a parte, mi augurerei di realizzare i miei sogni. So che non è facile ma credo che sia in assoluto l’augurio più importante che si posa fare.
Grazie, in bocca al lupo per il tuo proseguo, non mollare.

Grazie a te, crepi il lupo!
Alex Amiconi

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