Il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, non è una data scelta a caso. E’ il ricordo di un assassinio brutale, feroce, avvenuto nella Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Trujillo. Correva l’anno 1960 quando tre sorelle, Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva e Antonia Maria Teresa Mirabal, considerate rivoluzionarie, furono torturate e uccise. I loro corpi dilaniati furono gettati in un burrone nel vile tentativo di simulare un incidente.
La Giornata mondiale per combattere la violenza subita dalle donne e contro il femminicidio è stata istituita dall’ONU con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999; un passaggio culturale importantissimo: un messaggio forte che urla al mondo la necessità di lottare contro una forma di violenza inaccettabile per ogni società che voglia definirsi civile.
Da quel lontano 1960, dalla terribile morte delle sorelle dominicane, non sempre e non ovunque, le cose sono cambiate.
La violenza contro le donne è ancora oggi praticata da “uomini” indegni; basti pensare alle bambine dell’India che, con cadenza quasi quotidiana, vengono stuprate e uccise, alle donne acidificate, a tutte quelle donne che in ogni parte del mondo, anche in Italia, subiscono ogni giorno violenze fisiche e psicologiche, a quelle donne che hanno perso la vita per mano di “uomini” che dicevano di amarle.
Spesso, le violenze si subiscono tra le mura domestiche; in famiglia: nel luogo che dovrebbe rappresentare la certezza degli affetti, del rispetto, della sicurezza. La matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata ancor oggi nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne. E la stessa Dichiarazione adottata dall’Assemblea Generale ONU parla di violenza contro le donne come di “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.
Da anni, le Democratiche della provincia dell’Aquila, sono in prima linea nella lotta contro le violenze di genere e i femminicidi; in una battaglia culturale essenziale che vede protagoniste/i donne e uomini insieme, contro la barbarie, per l’affermazione della civiltà, della cultura del rispetto. In questi giorni complessi, a causa della pandemia, tante donne sono costrette alla convivenza forzata con i loro aguzzini; un incubo da cui non è facile sottrarsi per le vittime.
A loro, alle donne vessate e violentate lanciamo un appello forte: non abbiate paura, chiedete aiuto, subito! E’ a vostra disposizione il 1522, numero nazionale antiviolenza attivo h24, è un numero gratuito cui ci si può rivolgere per uscire dall’inferno delle violenze quotidiane.
I centri antiviolenza sono attivi anche in questi giorni e soccorrono donne che hanno bisogno di aiuto.
Chiamate le Forze dell’Ordine, che siate le vittime o vicini di casa che sentono le urla delle donne picchiate e violate. E’ una scelta di civiltà. I violenti vanno denunciati e le vittime hanno bisogno di sentire il sostegno, la solidarietà e l’abbraccio della società; sono ancora troppe le donne lasciate sole nella loro disperazione.
Il 25 novembre, alle 18:00, saremo in diretta sulla pagina facebook Pd Abruzzo, per affrontare il tema delle violenze di genere e dei femminicidi; perché riteniamo che l’informazione sia essenziale e che
la conoscenza di un fenomeno rappresenti il passaggio essenziale per la sua prevenzione.
” Insieme contro la violenza. Politiche e cultura del rispetto ” vedrà la partecipazione dell’onorevole Stefania Pezzopane, dell’avvocato Carlo Benedetti, dello psicologo Giovanni Garufi Bozza, autore , tra l’altro, di ” Io sono un femminicida “, di Paolo Antonelli, studente, di Lorenza Panei, portavoce democratiche Abruzzo e di Gilda Panella, portavoce delle democratiche della provincia dell’Aquila.