A Bucarest la mostra “Constantin Udroiu – I colori della memoria”

Ospitata nelle Gallerie d’Arte dell’Accademia di Romania, resterà aperta fino all’8 giugno

di Andra Chesaru *

BUCAREST – L’Istituto Culturale Romeno, attraverso il Dipartimento dei Progetti Interni e l’Accademia di Romania a Roma, in collaborazione con l’Unione degli Artisti di Romania e la Società Dante Alighieri – Sede di Bucarest, ha portato alle Gallerie d’Arte dell’Accademia di Romania la mostra retrospettiva di dipinti e incisioni “Constantin Udroiu – I colori della memoria”. Organizzata grazie alla disponibilità e al contributo diretto della professoressa Luisa Valmarin, moglie dell’artista scomparso, la mostra gode del patrocinio dell’Ambasciata di Romania in Italia, dell’Ambasciata d’Italia in Romania e dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest. La mostra fa seguito alla retrospettiva intitolata “Constantin Udroiu – l’artista delle due culture”, tenutasi nel 2023 presso l’Accademia di Romania in Roma. Il vernissage della mostra si è tenuto il 17 maggio scorso alle ore 17.

Constantin Udroiu ha diviso la sua anima tra due Paesi: la Romania, da cui, perseguitato politicamente, è riuscito a fuggire nel 1971, e l’Italia, dove ha continuato la sua vita. Dei luoghi natii ha conservato le tradizioni e le influenze bizantine, mentre l’Italia gli ha dato la possibilità di perfezionarsi come artista. Era nato il 9 febbraio 1930 a Bucarest ed è morto il 26 marzo 2014 a Roma. Dopo un periodo di gravi persecuzioni politiche, con due periodi di detenzione nei campi di Poarta Albă 1951-1954 e Aiud, tra il 1958-1964. La seconda condanna fu dovuta al possesso di un quaderno di poesie religiose di Radu Gyr, un poeta che aveva conosciuto in carcere, e alla sua amicizia con un gruppo di intellettuali, anch’essi conosciuti in carcere. Fino al 1971, quando partì definitivamente per l’Italia, Constantin Udroiu fu costantemente seguito dalla Securitate con mezzi tecnici e numerosi informatori della sua cerchia di conoscenti.

Dopo il 1989, Constantin Udroiu è tornato in patria, con mostre personali a Targoviste e Cluj Napoca. Nel 2010, in occasione del suo 80° compleanno, l’Accademia di Romania in Roma organizzò una grande retrospettiva delle sue opere più rappresentative. Le opere di Constantin Udroiu sono state esposte in importanti mostre personali e collettive in Italia, tra cui si citano per brevità quelle nelle città capoluogo di Sassari, Nuoro, Benevento, Roma, Caserta, Rieti, Isernia, Avellino, Frosinone, Potenza, Viterbo, Crotone, Terni, Livorno, Palermo, Milano, Padova, Venezia, L’Aquila, Matera e Perugia. Constantin Udroiu ha frequentato la Facoltà di Belle Arti di Bucarest e ha lavorato sia come pittore di chiese che come pittore da cavalletto, grafico e incisore. È stato membro dell’Unione degli Artisti di Romania e senatore dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna. Ha tenuto oltre 200 mostre personali in Italia e all’estero (Svizzera, Francia, Olanda Grecia, Spagna, Portogallo), tra le quali si citano quelle di Parigi, Amsterdam, Avignone, Ginevra, Bordeaux, Atene, Barcellona, Lisbona, e in altre città europee.

Alla cerimonia d’inaugurazione, il 17 maggio scorso, la mostra Constantin Udroiu – I colori della memoria è stata presentata dalle seguenti Personalità: prof. Petre Lucaci – presidente dell’Unione delle Belle Arti della Romania; prof. Mihai Zamfir; dott.ssa Luiza Barcan – curatrice, critica e storica dell’arte; prof. Bogdan Tătaru-Cazaban; prof.ssa Luisa Valmarin – moglie dell’artista. Nel suo discorso di apertura, il prof. Petru Lucaci ha ricordato che “l’Unione delle Belle Arti della Romania mira a recuperare gli artisti della diaspora e a reintrodurli nella cultura romena, creando così un dialogo internazionale. Ci sono molti artisti rumeni che hanno avviato tendenze nell’arte contemporanea, che sono stati sui grandi schermi nello spazio internazionale, devono essere reintegrati nella nostra cultura! Complimenti agli organizzatori per l’iniziativa di organizzare questa mostra in memoria di Constantin Udroiu”.

A sua volta, il professor Bogdan Tataru Cazaban, membro dell’Istituto di Storia delle Religioni dell’Accademia di Romania, ha dichiarato: “Sono felice di vedere in sala molti amici di Constantin Udroiu. È stato un grande privilegio incontrarlo. Ogni volta che guardo le sue tele, le sue incisioni, mi sento tutt’uno con i suoi colori, come un dolce pomeriggio che non si vorrebbe mai finisse! Constantin Udroiu era un uomo appagato e appagante nel vero senso della parola. Ho percepito il suo straordinario calore, la sua generosità e la sua forza, anche dalla splendida fotografia che accompagna il catalogo di questa mostra. Ho visto come, grazie a queste qualità, fosse in grado di circondare tutti coloro che lo circondavano di grande amore, e il premio che ora viene offerto a Matera*, città che amava molto, è qualcosa che continua parte del suo lavoro artistico, ma anche umano. In questo modo, l’artista vivrà attraverso coloro che ha conosciuto e attraverso coloro che continuano la sua opera ispirandosi a lui. Il maestro Constantin Undroiu leggeva e conosceva molta teologia, non solo perché dipingeva chiese e faceva pittura sacra, ma era molto di più, aveva un interesse profondo. E al di là del suo lavoro, sentiamo il suo amore. Spero che chi non ha avuto il privilegio di conoscerlo personalmente inizi ora con la sua splendida opera che ci ha lasciato!”.

“La realizzazione di questa mostra in Romania è un gesto di recupero assolutamente necessario – ha detto Luiza Barcan, curatrice della mostra -. L’artista, che si richiamava alla tradizione bizantina della pittura rumena, si occupava dello studio del paesaggio ed è chiaro che non era insensibile a qualsiasi luogo visitato, ma al contrario riusciva a tradurlo nelle sue opere. Anche le influenze occidentali sono molto forti, ci sono echi post-impressionisti, echi di Van Gogh, di Matisse in queste opere, ma questa vena bizantina appare anche nella scelta del soggetto che ho citato qui, i paesaggi, perché molto spesso i paesaggi di Constantin Udroiu hanno al centro una chiesa. Non passava indifferente davanti a queste architetture sacre, le contemplava e si vede che nutriva il suo cuore con la loro presenza e la trasportava in queste opere. […] Dobbiamo sempre mantenere la memoria di coloro che hanno creato e ci hanno lasciato cose speciali, non dimenticarli mai e fare attenzione a mettere in evidenza il frutto del loro lavoro e della loro vita, “.

La moglie dell’artista, la professoressa Luisa Valmarin, al termine del vernissage ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito all’organizzazione della mostra, affermando che in questo modo Constantin è tornato a casa!

*Il testo è stato fedelmante tradotto dal romeno da L. Valmarin

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Redazione - Il Faro 24

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