Alle soglie del terzo millennio è ancora viva in molti paesi abruzzesi la partecipazione a riti, tradizioni e feste popolari che da secoli coinvolgono intere comunità, suscitando interesse e curiosità. Bucchianico, piccolo paese collinare del chietino, ogni anno fa un tuffo nel Medioevo, a maggio l’intero paese si ritrova in piazza per rinnovare l’antichissima festa dei Banderesi. Colpisce il numero dei partecipanti a questa secolare tradizione che si ripete da ben 700 anni: uomini, donne, bambini, giovani e meno giovani, in pratica tutti i bucchianichesi partecipano con orgoglio alla loro festa. L’antica festa dei Banderesi, dedicata a Sant’Urbano, consiste in una serie di riti molto articolati, ma a rubare la scena sono le donne di Bucchianico, le vediamo sfilare per le vie del piccolo borgo in eleganti abiti della tradizione abruzzese e sul capo enormi canestri pieni di coloratissimi fiori che catturano l’attenzione dei numerosi turisti presenti. Nei mesi precedenti la festa le donne di Bucchianico, seguendo gli insegnamenti delle loro nonne, creano bellissimi fiori di carta che con maestria adornano in grandi cesti di vimini: “lu canestre” (il canestro).Storicamente la festa dei Banderesi di Bucchianico ha inizio nel Trecento, la tradizione popolare e la letteratura ottocentesca, narrano della resistenza vittoriosa dei bucchianichesi ai tentativi di sottomissione dei vicini teatini, gli abitanti della attuale Chieti. Fu Sant’Urbano, raccontano gli anziani di Bucchianico, a suggerire in sogno al “Sergentiere” come sconfiggere i teatini. Il Sergentiere è la massima autorità della festa, il cerimoniere ufficiale, la sua carica viene tramandata da secoli di padre in figlio dalla famiglia Tatasciore-Papè, è lui che apre la danza medievale della “Ciammaichella”, una suggestiva sfilata che avanza lentamente sulla piazza principale di Bucchianico, con una cadenza a serpentina. Il Sergentiere è seguito dal capo Banderese, nominato per sorteggio tra i cittadini maschi di Bucchianico, egli coordina il gruppo dei banderesi che lo seguono nelle cerimonie della festa, tra canti, balli e suonate di tamburrini. Non mancano le tradizionali “ferratelle” abruzzesi, tipici dolci di origine contadina, che da queste parti si usa mangiare non senza un sorso di vino rosso, rigorosamente abruzzese.“Evviva Sant’Urbano, evviva il Sergentiere, evviva il Banderese” gridano a squarciagola i gruppi di giovani banderesi che accompagnano il corteo tra carri adornati di fiori, damigelle, castellane, sbandieratori, armigeri, e dame che con disinvoltura portano sul capo canestri colmi di fiori colorati. La festa dei Banderesi è una delle principali tradizioni popolari abruzzesi e del Centro-Sud d’Italia, la sua importanza storica è confermata dal patrocinio della Commissione Nazionale italiana per l’Unesco, ma sono soprattutto i giovani bucchianichesi, che insieme alle loro famiglie partecipano numerosi e con entusiasmo, a confermare l’attaccamento alle radici e alla storia di questo piccolo angolo d’Abruzzo che a maggio di ogni anno diventa punto di riferimento dell’intera regione.
( testi e foto del blogger Leo De Rocco fonte https://abruzzostoriepassioni.com/)
( Cicchetti Ivan )