ABRUZZO. UNO STRAZIANTE GRIDO DI DOLORE REALE IN UN’IMMAGINE IRREALE

L’ultimo spasimo della Natura. Impressionante. Violento. Devastante.
L’Abruzzo raccoglie tutte le sue forze e urla la sua disperazione al mondo.

Immagine dal film-documentario Fragile World.

L’immagine è artefatta eppure diventa virale in poche ore. Indigna l’opinione pubblica ma sveglia le coscienze.  L’Abruzzo sta vivendo in queste ore un disastro ecologico senza precedenti. Danni incalcolabili alle biodiversità. In pochi giorni è scomparsa buona parte di uno dei parchi più importanti d’Europa, già provato da un episodio simile negli anni ’80.

E se per un’orsa uccisa in Trentino si scatena l’inferno, l’inferno stesso non riesce a scatenare reazioni oltre i confini  geografici della regione.

Schiacciato dai titoloni del vertice di Parigi e dello sciopero degli insegnanti, dalle news che ci mostrano le case texane distrutte dall’uragano di Harvey, l’ostetrica non vaccinata che contrae il morbillo, le polemiche per lo Ius soli e persino il gossip su Temptation Island, il dramma che sta vivendo l’Abruzzo, in queste ore, finisce in sordina.

Eppure dal 19 agosto le fiamme ardono senza tregua, mentre 1200 ettari di bosco stanno andando in fumo insieme a boschi incantevoli, pinete straordinarie, specie animali rare. E denaro pubblico. Tanto.

L’ondata di caldo eccezionale, unitamente al mancato coordinamento operativo, ad una clamorosa inefficienza di uomini e mezzi e all’assenza di un piano di protezione civile, hanno messo in ginocchio l’intera regione. E mentre le polemiche infiammano anche il Ministero dell’Ambiente, vigili del fuoco e volontari instancabili lavorano giorno e notte per salvare il salvabile.

L’aria è irrespirabile – denunciano gli abitanti ormai stremati – e la visibilità ridotta a zero.

Intanto l’Arta Abruzzo ha reso noto il monitoraggio della qualità dell’aria. Un preoccupante innalzamento di monossido di carbonio, benzene toluene, polveri PM10, IPA sta interessando tutta l’area coinvolta, che sembra subire l’effetto cappa e (n.d.r.) potrebbe creare problemi alla popolazione più a rischio: anziani, malati, donne incinte e bambini.

E se lupi, volpi, caprioli e cinghiali sfrattati dal fuoco si riversano a valle e con modeste speranze di sopravvivenza, per milioni di bestiole meno agili e veloci tra cui cuccioli di mammiferi, lucertole, orbettini, passeriformi, api, non c’è nessuna via di scampo. Basti pensare che dall’inizio del 2017, hanno perso la vita 40 milioni di animali a causa degli incendi nel Paese.

“Sia riconosciuto immediatamente lo stato di calamità naturale ed un intervento massiccio di forze nazionali in grado di mettere fine all’emergenza.” Sono le richieste dell’euro deputato Massimo Paolucci, al premier Gentiloni.

I roghi degli ultimi giorni sono la ferita mortale ad una terra già messa a dura prova da terremoti, alluvioni, inondazioni, neve, valanghe.

E’ necessario rafforzare l’attività di prevenzione e lotta agli incendi riqualificando gli strumenti del Corpo Forestale e riorganizzando le competenze, e occorre applicare immediatamente il reato di disastro ambientale previsto dal codice penale. Mai come ora la regione ha bisogno di un intervento straordinario e ben articolato da parte delle Istituzioni.

La politica ha il dovere di dare risposte urgenti. E chi ha sbagliato paghi: l’Abruzzo non può più aspettare.

di Alina Di Mattia

Alina Di Mattia

Giornalista, addetta stampa, scrittrice, conduttrice, responsabile produzione di grandi eventi istituzionali e culturali, con esperienza trentennale nel settore dei media e dell’entertainment. Appassionata di scienze storiche e sociali, vanta una formazione accademica poliedrica, un percorso di laurea in Culture e tecniche per la comunicazione e una laurea in Lettere moderne presso l'Università dell'Aquila. Ha all’attivo interessanti contributi letterari e numerosi riconoscimenti giornalistici.

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