Accolgono già dal 2016 le donne che decidono di riscattarsi e di ricominciare a vivere, lontano da contesti di violenza. Venerdì, visita della Presidente del Tribunale di Avezzano, Maria Proia, e del procuratore capo Maurizio Maria Cerrato. Il vicesindaco: “Da una struttura sottratta alla criminalità organizzata, nasce la casa delle occasioni e della libertà”.
Il taglio del nastro, scelto di colore fucsia per l’occasione, e l’abbraccio solidale tra donne, con alle spalle il murale dedicato a Sibilla Aleramo, una delle prime femministe della storia, che denunciò i vincoli e le gabbie della condizione dell’essere donna, in una società senza spazi al femminile. È cominciata così, nel corso del fine settimana appena trascorso, l’avventura coraggiosa della nuova sede del Centro Antiviolenza della città di Avezzano, gestito dalla Cooperativa “BeFree”, e della connessa Casa Rifugio per le donne vittime di maltrattamenti. In oltre 90 metri quadri, si potrà tornare a sorridere di nuovo. “Il nostro progetto, nato grazie alla volontà delle socie di “Be Free” e della presidente Oria Gargano – spiega Daniela Senese, responsabile della Casa delle donne della Marsica – nasce già nel lontano 2015. Nel 2022, però, grazie alla spinta propulsiva dell’Amministrazione comunale di Avezzano e della Commissione Pari Opportunità presieduta dalla consigliera Concetta Balsorio, l’idea ha trovato la sua strada di concretezza, con nuovi locali ristrutturati, ammodernati e resi ancora più accoglienti. Oggi spalanchiamo le porte di una struttura che per tante donne significherà ossigeno puro. Una casa, per loro e per i loro figli, dove poter ricominciare daccapo, con aiuti e sostegno professionale”.
Il Centro Antiviolenza sorge in via Orazio Mattei, al numero civico 10, a due passi da Piazza San Bartolomeo, mentre l’indirizzo della Casa Rifugio è, per ovvi motivi, segreto. Al taglio del nastro, hanno partecipato, oltre alla presidente della Commissione Pari Opportunità di Avezzano e alla vicepresidente Stefania Antidormi, anche Suor Carla Venditti, che strappa e salva le ragazze dalle strade d’Abruzzo e di Roma. A raccontare l’iter del progetto, è il vicesindaco di Avezzano, Domenico Di Berardino, che ha visitato la struttura nella giornata di venerdì scorso assieme al Capo procuratore della Procura di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato e alla Presidente del Tribunale marsicano, il giudice Maria Proia. “Le donne hanno il diritto di rinascere, dopo il buio. – ha detto Di Berardino, con delega alle politiche sociali – I locali, completamente rinnovati, sono stati requisiti alla mafia tanto tempo fa. Adesso, con pareti allegre e colorate e con i quadri appesi che raffigurano le grandi pensatrici del passato, tutto ci parla di rinascita. Grazie, inoltre, al sistema dei tirocini formativi che abbiamo messo in piedi, le donne accolte in questa struttura potranno, se vorranno, usufruire anche di questa opportunità. La violenza è fisica e psicologica, ma non dimentichiamo che può essere anche economica”. Prima del Covid-19, era stata già registrata dagli addetti ai lavori e dagli operatori di Polizia, un’impennata di casi di maltrattamento nei confronti delle donne. La pandemia, poi, ha portato all’esplosione di muovi casi di violenza, di altri allarmi e di altre aggressioni. Lo stesso centro antiviolenza di Avezzano registra attualmente 3 ingressi a settimana, come media. “Dai casi di maltrattamenti in famiglia fino allo stalking: nella Marsica, negli ultimi due anni, si è registrato un forte incremento, sia dal punto di vista delle denunce, che sotto l’aspetto di episodi effettivamente accertati. – sottolinea il procuratore capo di Avezzano, il dottor Cerrato – Abbinato al dramma di questo quadro, si segnala anche il necessario aumento dell’adozione di misure cautelari personali, quali l’allontanamento dal domicilio domestico o dalla persona (divieto di avvicinamento). In 95 casi su 100, sono ancora le donne ad essere le principali vittime di violenza, senza trascurare l’impennata di casi di maltrattamento in danno dei genitori: reati commessi soprattutto da figli che presentano problemi di dipendenza da alcool o droghe. In questi casi specifici, spesso, si deve ricorrere al carcere. – sottolinea ancora il procuratore capo – L’aumento dei codici rossi, infine, è correlato il più delle volte a situazioni di difficoltà economica vissuta negli ambienti familiari, condizionata spesso dall’abuso di alcol e, soprattutto da 10 anni a questa parte, di cocaina. Nella Marsica, sta aumentando purtroppo anche il consumo di crack”.
A livello legislativo, il 13 giugno scorso, è stata pubblicata e diramata la nuova direttiva Ue, che entrerà in vigore nel 2027 e che descrive la violenza di genere come un fenomeno globale, che “parla” un linguaggio comune con uno schema tipico. Mira a fornire un quadro giuridico chiaro e uniforme in tutti gli Stati membri, garantendo i diritti fondamentali di parità di trattamento e di non discriminazione tra i due sessi. In Europa, la violenza domestica colpisce 1 donna su 3.