Le risposte dal Governo alle nostre richieste non sono sufficienti. Evidentemente non si percepisce il rischio che questa crisi si ripercuota negativamente sui bilanci degli enti locali e di conseguenza, soprattutto, sulla possibilità di erogare con continuità i servizi pubblici ai cittadini. Per questo motivo giovedì 10 febbraio, alle ore 20, anche in Abruzzo si spegnerà simbolicamente l’illuminazione di un edificio rappresentativo o di un luogo significativo per la comunità”.
“Speriamo che in questo modo si possa comprendere a quali rischi si va incontro se non si interverrà presto con un sostegno adeguato a coprire almeno tutti gli aumenti previsti in questi mesi. I comuni non hanno la facoltà di fare scostamenti di bilancio a debito, il maggior costo produce taglio dei servizi o dissesto finanziario. L’Anci stima per le amministrazioni comunali un aggravio di almeno 550 milioni di euro, su una spesa complessiva annua per l’energia elettrica che oscilla tra 1,6 e 1,8 miliardi di euro”.
“Non vorremmo ritrovarci ancora una volta a dover scegliere tra salvaguardare gli equilibri di bilancio ed erogare servizi ai cittadini”.
Sono decine i comuni che hanno già dato la loro adesione: si spegneranno le luci a Fossacesia Abbazia di San Giovanni in Venere – Teramo Piazza Martiri – Ortona Castello Aragonese – Rapino Auditorium S. Antonio – Canosa Sannita Municipio – Miglianico Municipio e Monumento ai Caduti – Capistrello Municipio e Piazza Risorgimento – Orsogna Piazza Mazzini – Rocca San Giovanni Municipio e Piazza degli Eroi – Cellino Attanasio Cinta Muraria e Torre campanaria – Tollo Parco “Giovanni Falcone”.