ATLANTIDE E LO SPOSTAMENTO DELL’ASSE TERRESTRE CHE CAUSO’ IL DILUVIO UNIVERSALE

di Alina Di Mattia 

“Al di là delle Colonne d’Ercole, si trovava allora un’isola più grande della Libia e dell’Asia messe insieme… Dal mare, verso il mezzo dell’intera isola, c’era una pianura; la più bella e la più fertile di tutte le pianure…”.

Così scrisse Platone, il filosofo greco che rese celebre il mito di Atlantide nei suoi dialoghi, il Timeo e il Crizia. In realtà, numerosi testi e ricerche attuali confermerebbero l’esistenza di Atlantide, continente abitato da razze tecnologicamente evolute, prima del suo inabissamento nelle acque dell’Oceano Atlantico.
I superstiti sarebbero i progenitori della razza umana.

Dov’era Atlantide?

Secondo antiche incisioni riportate sulle colonne del tempio di Sais e studiate da Platone, esisteva un continente situato oltre lo stretto di Gibilterra in cui prosperava una popolazione forte ed evoluta. La fiorente civiltà ebbe termine con un cataclisma planetario risalente a circa 11.000 anni fa, epoca in cui si ipotizza che, a causa dello spostamento dell’asse terrestre, si produssero catastrofi come il famoso Diluvio Universale, registrato da miti e religioni di tutto il mondo.

Ignatius Donnely membro del congresso degli Stati Uniti d’America, autore di “Atlantis the Ante-Diluvian World, sottolineò alcune coincidenze che avvalorarono l’ipotesi dell’esistenza del mondo perduto di Atlantide:

– La catena montuosa del Marocco, che secondo gli antichi sarebbe sfociata nel continente perduto, ancora oggi si chiama Atlante.

Atlanti era il nome di un antico popolo che viveva lungo le coste dell’Africa.

– Un richiamo ad Atlantide esiste nello stesso nome dato all’Oceano Atlantico.

– Dall’altra parte dell’Oceano, i Maya, riferirono ai Conquistadores di Hernàn Cortés di essere originari di Aztlan, un’isola dell’Atlantico abbandonata dalle antiche tribù, in quanto destinata a sprofondare nell’oceano.

– Il ceppo etnico dei Baschi, insediatosi nelle regioni dei Pirenei, è convinto di discendere da un continente occidentale che s’identifica con il nome di Atlaintika.

Rilevanti, come ben sappiamo, sono le analogie tra la civiltà dell’antico Egitto e quelle dell’America Centrale: costruzioni piramidali, imbalsamazione, anno diviso in 365 giorni, leggende, affinità linguistiche, la notevole somiglianza tra le piramidi azteche, quelle egiziane e le torri babilonesi. Atlantide sarebbe stata dunque una terra di mezzo tra le due civiltà, un ponte esteso, probabilmente, tra le Azzorre e le Bahamas.

Una civiltà superiore che scattava foto ed usava sofisticati mezzi di comunicazione

Secondo diversi studi, alla base della tecnologia atlantidea vi erano alcuni cristalli particolari, la cui struttura atomica sarebbe stata modificata per catturare e condurre enormi quantitativi di energia assorbita dal suolo, dal mare, dal sole e dalle stelle. I cristalli, insieme ai gas e ai vapori provenienti dall’interno del pianeta, venivano usati per produrre luce, calore, elettricità e la propulsione necessaria per spostarsi da un posto all’altro!

Le disparità sociali e morali, unite alla continua e frenetica ricerca di nuove tecnologie, il potere, gli agi e le ricchezze, causarono la fine del Continente. Gli Atlantidi alterarono le leggi della natura e la Terra reagì bruscamente. Il risultato fu uno spostamento dell’asse terrestre e forse un maggiore avvicinamento della Terra al Sole. I ghiacci si sciolsero, tremendi terremoti sconvolsero il pianeta, e Atlantide, con le sue torri dorate ed i suoi verdi pascoli, subì una spaventosa e disastrosa inondazione passata alla Storia come Diluvio Universale.

Nel 1970, una spedizione di sommozzatori americani in esplorazione nei fondali delle Bahamas ed in cerca di galeoni affondati, s’imbatté in una città sommersa lunga chilometri. Successivi ritrovamenti nelle acque di Bimini, hanno evidenziato antiche costruzioni di chiara matrice umana che potrebbero essere i resti del fantastico continente.

Leggenda o meno, ci piace  immaginare di sorvolare Atlantide a bordo dell’Enterprise insieme al Capitano Kirk, Spock e McCoy  che ci mostrano i tetti dorati della terra fiabesca ma, oltre ogni fantasia, oltre ogni racconto fantascientifico, c’è in questa storia un chiaro ammonimento all’uomo ad usare la tecnologia con buon senso, poiché continuare a farlo nel modo sbagliato genererà la distruzione dell’intero pianeta. Come sta già avvenendo.

Alina Di Mattia

Giornalista, addetta stampa, scrittrice, conduttrice, responsabile produzione di grandi eventi istituzionali e culturali, con esperienza trentennale nel settore dei media e dell’entertainment. Appassionata di scienze storiche e sociali, vanta una formazione accademica poliedrica, un percorso di laurea in Culture e tecniche per la comunicazione e una laurea in Lettere moderne presso l'Università dell'Aquila. Ha all’attivo interessanti contributi letterari e numerosi riconoscimenti giornalistici.

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