AUMENTO TARIFFE AUTOSTRADE, STRADA DEI PARCHI SI DIFENDE: SI POTEVA EVITARE

Non c’è l’accordo col Ministero sul Piano finanziario, i pedaggi aumentano. SDP: “si potevano evitare”. Dopo l’aumento di quasi il 13% delle tariffe autostradali di A24 e A25, sono scattate grandi proteste contro la società Strada dei Parchi, gestrice del tratto.

Con una nota, la società ha puntualizzato le motivazioni delle nuove tariffe ed ha enfatizzato sulle responsabilità.

 

Piano di A24/A25 scaduto da quattro anni. “Abbiamo presentato 12 proposte alternative”.

Il 29 dicembre il Governo ha disposto un aumento del pedaggio sulle autostrade A24 ed A25 gestite da Strada dei Parchi SpA.

Si tratta di un aumento del 12,89% per le tratte di A24 e A25. E’ un aumento importante, conseguenza diretta del blocco delle tariffe imposto negli ultimi tre anni dal Ministero e della mancata approvazione, da quattro anni, del Piano Economico Finanziario di A24 ed A25.

Ricordiamo che a partire dal 2014 e per il 2015 e 2016 il Ministero ha imposto tariffe calmierate rispetto agli aumenti previsti dalla Concessione, ignorando la clausola contrattuale del ristoro degli investimenti realizzati dalla Concessionaria sulla tratta autostradale, senza di contro adottare forme compensative alternative . Sul punto il TAR del Lazio ha condannato l’inerzia del Ministero, tanto che la Magistratura Amministrativa con propri sentenza ha ripristinato le condizioni previste nei contratti di concessione.

La politica degli aumenti tariffari della Concessionaria non è il frutto di una decisione autonoma e unilaterale di SDP. Al contrario, è puntualmente regolata dal contratto di concessione, messo a gara dal Concedente e sottoscritto con Strada dei Parchi aggiudicataria della gara di concessione, che ha portato alla privatizzazione della gestione di A24 ed A25.
E’ la Legge, dunque, che stabilisce i criteri per la determinazione delle tariffe, in base ad un mix di parametri che considerano il prezzo di concessione, pari a oltre 750 milioni di Euro oltre interessi corrisposto in rate annuali, l’incremento del tasso di inflazione, il totale degli investimenti effettuati, gli ammortamenti e i costi di gestione. Vieppiù inoltre che per ogni euro di pedaggio incassato dalla Strada dei Parchi, solo 43 centesimi restano nella disponibilità della concessionaria per garantire la gestione e la manutenzione dell’infrastruttura, mentre i restanti 57 centesimi vanno a vario titolo allo Stato.

Come sopra accennato Strada dei Parchi è l’unica Concessionaria inoltre che corrisponde un prezzo di concessione all’Anas, pari a 55,9 milioni di euro ogni anno, ricavati, anch’essi, dai pedaggi. Nel periodo 2003/2015, il Concessionario ha corrisposto all’ANAS 670 milioni di euro, che certamente non sono finiti nella manutenzione delle strade abruzzesi, a differenza degli 830 milioni di investimenti effettuati da Strada dei Parchi nel medesimo periodo di riferimento.

E bene sottolineare che la situazione attuale, che vede fare i conti con aumenti tariffari consistenti è frutto della mancata approvazione da ben oltre 5 anni del Piano Economico e Finanziario della Società da parte del Ministero dei Trasporti, da quando cioè è entrata in vigore la legge 228/2012. Tale norma avrebbe consentito non solo di adeguare l’infrastruttura autostradale ai nuovi standard di sicurezza antisismici, ma anche di rinegoziare, 5 anni fa, termini e condizioni del contratto di Concessione, al fine di conseguire aumenti tariffari sostenibili per l’utenza.

Dall’ottobre 2013, prima che scadesse il vecchio PEF valido per il periodo regolatorio 2009 – 2013, sono state presentate da SdP ben 12 versioni di Piano Economico Finanziario, tutte caratterizzate da livelli di incremento tariffario nell’ordine dell’1% oltre l’inflazione. Il Ministero non ha considerato quanto proposto da Strada dei Parchi, e nel novembre 2016 ha imposto la propria soluzione, che prevede l’adeguamento in sede delle strutture, senza tuttavia esprimersi sull’impatto che detta soluzione avrà sugli incrementi tariffari programmati. Questa è la situazione oggi per Strada dei Parchi, mentre è opportuno ricordare che il Ministero ha già definito con altre Concessionarie piani di investimento, attivando le procedure con Bruxelles. Ma non c’è ancora il piano di messa in sicurezza definitivo per A24 e A25.

Tra il 2003 ed il 2017 Strada dei Parchi ha sostenuto ingenti investimenti per la realizzazione di opere importantissime. Le Complanari di Roma, per cominciare: opere che hanno reso più sicuri e veloci l’ingresso e l’uscita dalla Capitale, per un importo complessivo di 258 milioni di euro; il raddoppio del tratto autostradale in direzione Teramo, gli interventi di messa in sicurezza dei viadotti, la dotazione del traforo del Gran Sasso di nuovi e più moderni sistemi antincendio, l’automazione delle stazioni di servizio, la posa di pavimentazione drenante su 100 chilometri di rete. A tutto ciò vanno aggiunti i lavori di riqualificazione dell’intera autostrada ereditata dalla vecchia gestione della Sara (vent’anni senza lavori di manutenzione). Tutte opere e investimenti che Strada dei Parchi ha effettuato mantenendo intatti i livelli occupazionali, senza tagliare un solo posto di lavoro e nonostante le rilevanti perdite di esercizio, alle quali è stato fatto fronte con importanti immissioni di capitale da parte degli azionisti (ad oggi circa 180 milioni di euro) e non certo con l’aumento dei pedaggi. E’ doveroso segnalare che Strada dei Parchi è tra le poche Concessionarie ad aver completato tutti gli investimenti previsti nella Convenzione del 2009 nonchè tutte le manutenzioni ordinarie dal 2003 al 2017.

È intenzione di Strada dei Parchi continuare a migliorare la viabilità autostradale abruzzese, con opere e investimenti importanti sul fronte della sicurezza e della modernizzazione. Detto impegno potrà essere attuato solo dopo che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti avrà approvato un progetto sostenibile sia dal punto di vista della tariffa, sia sociale sia tecnico.

 

Redazione Il Faro 24.

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