“Il sindaco uscente, a corto di consensi, si è lanciato nella disperata ricerca di candidati in ogni dove, ed ora intende arruolare nelle sue liste anche i dirigenti locali delle Associazioni di volontariato, come lo sono la Lilt e la Pro-Loco. Così facendo, il sindaco mette in grave imbarazzo i soci delle stesse Associazioni, e costringe i presunti candidati a dimettersi immediatamente dai ruoli che occupano. – lo dichiara in una nota ALessandro Barbonetti consigliere nel Comune di Avezzano – La Lilt e la Pro-loco sono infatti organizzazioni dei cittadini al servizio dei cittadini, associazioni che per loro natura devono restare terze, al di fuori di ogni competizione politica e del tutto scollegate dagli schieramenti elettorali. Ma la “classe” del sindaco è nota a tutti, ed anche in questa occasione il “garbo” istituzionale di Di Pangrazio si è manifestato in tutta la sua potente evidenza. Stupisce e sorprende, ancora di più, la disponibilità a candidarsi per l’uscente da parte del Dott. Addari, presidente della Lilt, e di alcuni importanti esponenti del direttivo della pro loco cittadina.
Attendiamo con ansia la smentita degli interessati. A loro voglio ricordare che la Lilt e la Pro-loco sono organizzazioni di volontari di tutti i colori politici, che lavorano per i cittadini e non possono in alcun modo prendere le parti del sindaco uscente e del suo partito. La candidatura dei vertici delle associazioni di volontariato sarebbe uno schiaffo a tutti i soci delle stesse organizzazioni che si troveranno, loro malgrado, coinvolti in una campagna elettorale a favore dei Di Pangrazio. E questo è francamente inaccettabile. Chi ricopre incarichi nelle organizzazioni volontarie dovrebbe astenersi, ma se proprio vuole candidarsi con una parte tra le parti in causa, dovrebbe dimettersi subito per motivi di opportunità e per rispetto nei confronti dei soci e dei cittadini tutti, in maniera tale da slegare totalmente la candidatura dalla carica ricoperta. La Lilt e la Pro loco sono due realtà importanti, nelle quali ripongono la propria fiducia migliaia di cittadini di ogni schieramento politico e non si può permettere che esse vengano trasformate, di fatto, in partiti politici o in associazioni “partigiane”, con una vera e propria mercificazione della solidarietà se non sospetti su possibili voti di scambio. Il dott.Addari ed i dirigenti della Pro-loco devono quindi smentire ovvero, nel caso sciagurato della conferma della candidatura, dimettersi senza indugio. E’ appena il caso di ricordare che, in caso di loro elezione in Consiglio comunale, saranno comunque obbligati a dimettersi dalle cariche sociali oppure andranno a decadere dalla carica di Consigliere comunale. La legge è legge: un Consigliere comunale non può operare in situazioni, anche potenziali, di conflitto di interesse, ovvero indebite sovrapposizioni fra ruoli istituzionali distinti, discendendone quale conseguenza, in caso di mancata tempestiva rimozione della causa, la decadenza dal pubblico ufficio. Le Associazioni di volontariato – conclude Barbonetti – ricevono contributi pubblici, e non può ricoprire la carica di Consigliere comunale il dirigente di una Associazione che riceva dal Comune una sovvenzione facoltativa. La situazione incresciosa in cui si sono cacciati i dirigenti di Lilt e Pro-loco in odore di candidatura è quindi chiarissima: al di là degli evidenti motivi di inopportunità nel loro arruolamento nelle file dei Di Pangrazio, sussiste pure un evidente problema di legittimità. Se saranno eletti, dovranno comunque dimettersi dalle Associazioni, altrimenti decadranno dal Consiglio comunale. Tanto vale dimettersi subito e salvare così il prestigio e l’onore di importanti realtà del volontariato e dell’associazionismo.