“Paga il pizzo, altrimenti sfregiamo tuo figlio”. Ma l’imprenditore non paga e denuncia.
Questo è quello che è successo la settimana scorsa in centro ad Avezzano. L’imprenditore in due occasioni è stato raggiunto da uno scritto anonimo minatorio con il quale il suo estorsore, paventando violenze ai danni del figlio minorenne del commerciante ed ai suoi beni, chiedeva l’immediato pagamento di ingenti somme di denaro da recapitare in alcuni luoghi, ben individuati, della città.
L’imprenditore, nonostante l’estorsore mostrasse con le sue parole di conoscerlo bene, è stato coraggioso e si è rivolto ai Carabinieri facendo scattare una complessa ma rapida attività investigativa, che in pochi giorni, ha portato all’individuazione del responsabile del reato ed al suo deferimento.
L’estorsore aveva pianificato un elaborato piano per farsi recapitare la dazione presso alcuni punti ben individuati della città, dove la vittima avrebbe dovuto lasciare il denaro in busta chiusa e dove l’uomo, in un secondo tempo, dopo aver accertato l’assenza di ostacoli, sarebbe andato a prelevare.
Così non è stato: agli appuntamenti fissati erano presenti anche gli uomini dell’Arma i quali, in più occasioni, hanno notato la presenza e gli strani movimenti di R.M. classe 1983, avezzanese, il quale grazie alle riprese di più telecamere presenti in città, veniva individuato anche come il materiale estensore delle gravi minacce.
Una perquisizione presso l’abitazione dell’indagato confutava ogni dubbio, occultati nella stessa venivano rinvenuti gli abiti indossati dall’uomo che introduceva la minatoria missiva sotto la porta del negozio e che veniva ripreso dalle telecamere di videosorveglianza.
La posizione del giovane avezzanese, già noto alle Forze di Polizia, è al vaglio della Procura della Repubblica, e un gravissimo reato troppo spesso tollerato e incline a dilagare in breve tempo nelle città italiane, è stato stroncato sul nascere.