“In Abruzzo gli accertamenti e gli aggravamenti delle invalidità civili sono bloccate, malgrado l’INPS con l’informativa n. 2330 del 5 giugno scorso abbia dato via libera alle Asl per il ripristino delle procedure: la Regione non si è mossa e tantissimi cittadini aspettano da marzo di veder riconosciuto il proprio diritto”, denuncia il consigliere regionale PD Antonio Blasioli.
“Stiamo parlando di richieste che arrivano da persone che vivono situazioni di disabilità certificate, o conseguenti a malattie e che altre Regioni, come la Puglia, stanno riaccogliendo già da mesi, anche attraverso procedure telematiche, proprio per sbloccare diritti, prima che procedure, fermi da marzo – illustra Blasioli – In piena ripartenza, manca la presa d’atto dell’indirizzo dell’Inps da parte della Regione Abruzzo che burocraticamente può riattivare il riconoscimento degli stati di invalidità civile, cecità civile, sordità, handicap, legge n. 68/99. Questo significa che le VOA, Verifiche Ordinarie della Asl a cui l’INPS fa riferimento nel suo messaggio del 5 giugno, potrebbero essere ripristinate almeno telematicamente, ma le Asl, ad esempio quella di Pescara, ci fanno sapere che nessun tipo di visita è stato riattivato (tranne quelle per la maternità che possono essere svolte anche per via telematica), perché il personale è ancora in modalità smart working.
Il problema è che sono ferme anche le richieste che potrebbero essere esperite per via telematica, ad esempio le domande di invalidità da parte dei malati oncologici, anche gravi le più urgenti, per le quali sarebbe già sufficiente l’esame delle documentazioni cliniche e delle certificazioni ospedaliere per classificare le varie percentuali di invalidità. Ma nulla si muove nemmeno in questo ambito, tutto è fermo alla quarantena e non si sa quando sarà sbloccato, a danno, ancora una volta, dell’utenza più vulnerabile, quella che dovrebbe avere corsie di preferenza, perché vive già situazioni complesse legate alla condizione di svantaggio o alla malattia.
Le altre Regioni hanno risolto con gli atti amministrativi, alla Regione Abruzzo basterebbe adottare i buoni esempi al posto di restare ferma: in Puglia già da aprile il Dipartimento Salute della Regione ha riavviato le commissioni in via telematica, con una determinazione ad hoc e nel pieno rispetto di procedure e privacy.
Perché la Regione Abruzzo nonostante l’urgenza non lo fa? Perché lasciare tanti abruzzesi in attesa e senza risposte? E’ un mistero che si aggiunge ai tanti che in questi 16 mesi di governo di centrodestra alla Regione restano irrisolti, per il momento”.