“Votare il 10 febbraio 2019 implica una gravissima violazione normativa. L’Italia è uno Stato di diritto e dunque a comandare sono le leggi e non i desiderata dei partiti. Il D.L. 98/2011 convertito in Legge 111/2011 non lascia spazio a interpretazioni: per eleggere il Consiglio regionale dell’Abruzzo dell’undicesima legislatura si deve votare il 26 maggio, data nella quale i poco meno di 51 milioni di nostri connazionali aventi diritto si recheranno alle urne per rinnovare i membri italiani del Parlamento europeo. Se entro pochissimi giorni il titolare del Viminale Matteo Salvini non dovesse decidere per l’accorpamento delle Regionali abruzzesi con le Europee, io e il mio partito nel nome del Segretario regionale Daniele Licheri abbiamo già pronto un ricorso straordinario da presentare, come la legge consente, al Quirinale. E’ giunto il momento di dire basta alle continue violazioni di norme in vigore”. Parole nette e decise quelle rese note tramite un comunicato stampa dal consigliere Leandro Bracco che, leggi alla mano, dice la propria riguardo la questione che concerne le imminenti elezioni regionali dell’Abruzzo convocate per il prossimo 10 febbraio. “Con decreto del Presidente facente funzioni Giovanni Lolli – spiega l’esponente di Sinistra Italiana – è stata fissata la data delle elezioni regionali per il 10 febbraio 2019. Come è noto sia la Legge elettorale regionale che lo Statuto della Regione Abruzzo avrebbero imposto la fissazione della data per il rinnovo dell’Emiciclo entro lo scorso mese di novembre. Così purtroppo non è stato. Ne deriva che l’individuazione della data elettorale nel corso del 2019 integri una palese violazione di legge”. “Il D.L. 98/2011 convertito in Legge 111/2011, all’articolo 7 rubricato ‘Election day’ al comma 1 – afferma Bracco – prevede che ‘A decorrere dal 2012 le consultazioni elettorali per le elezioni dei sindaci, dei Presidenti delle province e delle regioni, dei Consigli comunali, provinciali e regionali, del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, si svolgono, compatibilmente con quanto previsto dai rispettivi ordinamenti, in un’unica data nell’arco dell’anno’. Il successivo comma 2 aggiunge poi che ‘Qualora nel medesimo anno si svolgano le elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia le consultazioni di cui al comma 1 si effettuano nella data stabilita per le elezioni del Parlamento europeo'”. “La legge prescrive un obbligo cogente e non già una facoltà – asserisce il Consigliere Segretario – l’obbligo cioè di accorpare tutte le elezioni in un’unica data al fine di poter realizzare un significativo risparmio in termini economici per le Casse dello Stato, risparmio che è lo scopo fondamentale del D.L. 98/2011 il quale è appunto denominato ‘Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria’”. “Nel caso del 2019 – sottolinea Bracco – tutte le elezioni in programma dovranno avere luogo il 26 maggio in quanto tale data è già stata fissata unanimemente, con decisione del Consiglio dell’Unione Europea, come quella nella quale verrà effettuato il rinnovo dei membri del Parlamento UE. Oltre a una violazione che implicherebbe uno sperpero di diversi milioni di euro della collettività abruzzese (dai sei agli otto milioni a seconda delle stime) occorre ribadire quanto già emerso nel dibattito pubblico e cioè che votare il 10 febbraio costringerebbe a una campagna elettorale da svolgersi durante tutto il mese di gennaio con il risultato di un’inevitabile contrazione del diritto allo svolgimento di una serena campagna elettorale per non parlare del rischio di nevicate che diverrà estremamente elevato nei numerosissimi comuni montali e pedemontani della nostra regione”. “Rivolgo pertanto un appello al Ministro dell’Interno Matteo Salvini – prosegue Bracco – affinché provveda a emanare l’apposito e necessario decreto di accorpamento delle elezioni sia allo scopo di ripristinare la legalità sia al fine di ottenere quei risparmi che rappresentano esattamente lo spirito della richiamata normativa. Allo stesso modo indirizzo un appello al Capo dello Stato Sergio Mattarella allo scopo di sollecitare un suo intervento in tal senso presso il governo nazionale”. “Nel caso le istituzioni non dovessero rispondere entro pochissimi giorni al presente appello per la legalità – evidenzia Bracco – il partito Sinistra Italiana insieme a tutte le forze politiche che volessero aderire, avanzerà apposito ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per impugnare il decreto di indizione delle elezioni regionali in quanto palesemente illegittimo per violazione di legge. Qualora le tempistiche processuali non fossero sufficientemente comprimibili al fine di evitare il danno dello svolgimento delle elezioni il 10 febbraio prossimo, il ricorso si renderebbe comunque necessario allo scopo di consentire l’accertamento specifico del danno erariale prodottosi al patrimonio della comunità abruzzese a causa dell’illegittimità denunciata e ciò proprio perché la norma violata è stata introdotta nell’ordinamento giuridico dal Parlamento – conclude Leandro Bracco – per specifiche esigenze di contenimento della spesa pubblica”.