Fine. Questa è una delle prime parole che la mente umana, fin dai primi anni di vita, memorizza. Eppure i bambini, che devono ancora lanciarsi alla scoperta del mondo, assorbono questa parola con l’immagine di un bel momento. Le favole si chiudono sempre con un lieto fine.
Non è stato così per Brad Pitt e Angelina Jolie. Le voci sulla loro crisi iniziarono a girare già negli scorsi anni trovando riscontri nella figura di Angelina involucro, ormai, di una bellezza sfiorita: troppo magra per essere felice. Nelle carte che la Jolie ha depositato a Brad Pitt si legge chiaramente:” differenze inconciliabili”. Spazzate via, così, le voci dei rumors che parlavano di gelosia nei confronti della collega di set Marion Cotillard. La definizione, “differenze inconciliabili”, riguarderebbe, soprattutto, “conflitti sui figli, problemi di rabbia e abuso di sostanze”, intese come alcol e marijuna. Sono lontani così i tempi in cui, circa 10 anni fa, sul set di Mr and Mrs Smith, scoccò il colpo di fulmine che sembrava li avesse uniti per sempre. Sono lontani i tempi in cui, nell’agosto del 2014, in una piccola cappella a Chateau Miraval, in Francia, davanti ad alcuni amici, ai familiari e ai figli si giurarono, in gran segreto, lontano dai riflettori, amore eterno.
Lontani i tempi delle dichiarazioni di Angelina:” Pensavo che non mi sarei mai innamorata e che non avrei mai incontrato la persona giusta. Quando vieni da una famiglia difficile, accetti il fatto che certe cose siano come una favola”. Lontani, sebbene i social abbiano la forza di rimarcare i sentimenti dei propri beniamini, i tempi del dolore di Jennifer Aniston (moglie di Brad prima che, sul set, si innamorasse di Angelina). “Sono molto triste- dichiara Brad Pitt su People- ma quello che conta adesso è il bene dei bambini. Chiedo gentilmente alla stampa la riservatezza che meritano in questo momento difficile”.
Non tutte le favole si chiudono con il “vissero felici e contenti”. Per qualcuna, per quanto questo possa cozzare con il concetto di sogno, non resta che apporre la parola “Fine”.
Alex Amiconi