Capitan Tucceri: “Ortigia oasi felice. Primo posto? Ci crediamo”. L’intervista

Nel girone B di seconda categoria la battaglia per la prima posizione è accesissima e ci sono 4 squadre in lizza per la vittoria finale del campionato: Bugnara, Civitella Roveto, Pro Celano ed Ortigia. Quest’ultima è la vera sorpresa del campionato. Partita con l’unico obiettivo di fare bene, ha trovato nel tempo continuità di risultati e compattezza, insieme ad una sana voglia di divertirsi a giocare a calcio.

Giovanni Tucceri, 31 anni, è il capitano di questa squadra e, a tre giornate dal termine, crede che la prima categoria possa essere un risultato alla portata ed insieme ai suoi compagni si giocherà tutte le carte a propria disposizione per centrare quello che ormai è un obiettivo di certo non impossibile. Dopo aver disputato le giovanili tra San Benedetto, con mister Bixio Liberale e negli Aquilotti con D’Angeli, Tucceri è passato nella juniores del Luco con mister Lucarelli “che mi ha insegnato molto e a cui devo tanto”. Un breve parentesi, sfortunata, a Teramo. Poi il ritorno nel 2003 in Eccellenza a Luco, prima con Cerone, poi in Promozione ancora con Lucarelli. L’allontanamento dai campi di gioco per motivi di lavoro ed infine l’approdo nel 2010 a Lecce nei Marsi con mister Vincenzo Aureli, dove vincerà un campionato di seconda categoria, prima di tornare a casa, Ortucchio, dove si sta godendo la sua ‘nazionale’.

 

Capitano, dove vuole arrivare questa Ortigia?

Quest’Ortigia prima di tutto vuole continuare a divertirsi con questo gruppo dove ognuno si sacrifica per il bene comune… e così facendo speriamo di raggiungere un obbiettivo da nessuno pronosticato all’inizio, tranne forse da noi, che a questo punto è il salto di categoria. Ma, ripeto, dobbiamo continuare a divertirci e giocare senza pressioni.

 

Si dice che agli allenamenti siate una delle squadre più presenti a livello numerico. E così?

Sinceramente non so nelle altre squadre cosa succede durante la settimana ma posso assicurarti che noi difficilmente siamo meno di 15 e, considerando i vari impegni di lavoro o universitari di molti di noi, è una cosa molto rara in queste categorie. Questo dimostra come il gruppo sia unito e che anche chi gioca meno si impegna per dimostrare al mister che sta sbagliando.

 

Pensavi, ad inizio stagione, che a tre gare dal termine ti saresti trovato a poterti giocare il primo posto? Quali erano le ambizioni della società?

Se devo essere sincero, e ora il mister mi ucciderà (ride ndr), pensavo che avremmo fatto un buon campionato centrando i playoff, ma non pensavo di poter lottare fino alla fine per il primo posto perché c’erano un paio di squadre sulla carta più forti di noi ma a quanto pare il campo, almeno per ora, dice che possiamo farcela e ci crediamo fortemente. La società, insieme a noi, vuole questo traguardo che li ripagherebbe di tanti sacrifici fatti per permetterci di divertirci senza pensare ad altro. Per questo voglio ringraziarli tutti, comunque vada a finire. In particolar modo voglio fare il nome di Simone Falchi, non perché sia più importante degli altri, ma perché essendo il primo anno che fa parte di una società seria e capace come la nostra, ed essendo giovane, ha dimostrato di amare questo progetto ancor prima di iniziare la preparazione. E’ un tuttofare, dal dirigente accompagnatore al custode, disegna le linee del campo, ha aiutato il mister e altri due giocatori della rosa (Alessandro Pera e Francesco Forcucci) a rendere gli spogliatoi praticamente nuovi con foto delle vecchie squadre dell’Ortigia, ripittando e disegnando il logo della squadra all’ingresso degli stessi spogliatoi. E’ sempre presente e collaborativo in tutto! Ma ripeto: è lo stile della nostra società, che lavora col sorriso, dal presidente a tutti i dirigenti lasciando la squadra tranquilla anche quando siamo stati, un periodo, senza vincere! Da come te la descrivo sembrerebbe un’oasi felice, ma è proprio così! Altro elemento, non secondario, è il fatto che giochiamo tutti per pura passione, senza che nessuno prenda e soprattutto pretenda un rimborso, anche minimo.

 

Cosa si prova ad avere un mister più piccolo? Ti era mai capitato? E cosa pensi di Matteo D’Agostino come allenatore?

Non mi era mai capitato prima d’ora ma sono un calciatore che non da’ peso a cose come questa! Se uno è preparato e soprattutto umile, il resto conta poco. Anche perché da mister così si può ancora imparare, anche a 31 anni. Gli avevo fatto già i complimenti l’anno scorso durante un’amichevole fra noi e gli Allievi che lui allenava a Pescina perché si vedeva che la squadra lo seguiva, cercando di giocare sempre a calcio divertendosi, cosa fondamentale per dei ragazzi. Per il resto si mette sempre a disposizione nostra e noi cerchiamo di contraccambiare con i risultati e, almeno per ora, ci stiamo riuscendo. A tal proposito, gli rinnovo gli auguri per gli anni (27) compiuti in settimana.

 

Una battuta: lo preferisci come giocatore o come allenatore?

Ti rispondo con una battuta: lo preferisco come giocatore, così ha meno fiato per rimproverarci.

Mister D’Agostino

 

Grazie ed in bocca al lupo.

Crepi e grazie a voi, è stato un piacere.

 

 

 

 

 

Fonte MarsicaSportiva.it

 

Domenico Di Natale

Redazione - Il Faro 24