“Qualcuno in famiglia dice che ora meriterei un premio, ma non è vero, non sono un eroe o almeno non mi sento così. Ho solo fatto il mio dovere, qualunque altro autista si sarebbe comportato nello stesso modo”. Questa la dichiarazione dell’autista alla testata giornalistica “Il Messaggero”. Pietro Onori, l’autista dell’Atac, originario di Carsoli, che martedì mattina si è trovato al volante dell’autobus di proprietà dell’ATAC, in via del Tritone. Le fiamme hanno avvolto in pochi istanti il veicolo.La strada, centralissima e a due passo da Palazzo Chigi, è bloccata. Sul posto è arrivato anche il ministro dell’Interno Minniti che passava non distante da dove si è verificato il violento incendio. Secondo alcuni testimoni si sarebbe sentita una forte esplosione e successivamente una colonna di fumo che si è alzata nell’aria. In base alla prima ricostruzione all’origine dell’incendio sarebbe stato un corto circuito nell’impianto elettrico del mezzo. Nello stessa giornata un altro mezzo ATAC, questa volta in periferia ha preso fuoco. L’autista Carseolano appena ha visto una scia di fumo uscire dal vano motore,si è accorto subito della gravità della situazione, ha bloccato il mezzo ad un lato della strada, e ha fatto scendere tutti i passeggeri, prima di provare con l’estintore a fermare l’incendio che stava distruggendo l’autobus, ma non ha potuto fare niente. Grazie alla lucidità, ed al pronto intervento nel mettere in sicurezza i passeggeri, il sig. Onori ha scongiurato una catastrofe. Come ha affermato lo stesso Onori il suo gesto è soltanto la conseguenza di uso civico, ma gesti cosi non possono soltanto restare tra le riga di un giornale.