Omaggio a Giacomo Leopardi sotto le stelle d’Abruzzo
Solo un grande artista quale è Pino Quartullo, regista, sceneggiatore, autore e attore con una lunga carriera costellata da magnifici successi e una nomination agli Oscar nel 1987, avrebbe potuto omaggiare la sublimità e la bellezza smisurata de L’Infinito, il più celebre degli idilli di Giacomo Leopardi, in occasione del bicentenario della sua creazione.
Si chiama infatti Canto d’Infinito lo spettacolo che andrà in scena stasera, a Celano (AQ), nella suggestiva cornice del Castello Piccolomini. I testi sono quelli del solenne poeta di Recanati, sue le riflessioni più profonde e gli stati d’animo portati mirabilmente sul palco proprio da Pino Quartullo, straordinario ed eclettico artista, elegante protagonista delle scene e della vita, personaggio tra più popolari ed amati dal pubblico italiano e, in particolare, dai marsicani già incantati dalle sue letture siloniane.
A fare da colonna sonora all’opera di Leopardi, le straordinarie note generate dalla sensibilità della musicista avezzanese Paola Crisigiovanni, direttore d’orchestra, pianista e compositrice jazz pluripremiata e di gran classe, che negli ultimi anni ha portato la sua arte oltreconfine: da Mosca, a Lione, a Madrid, a Jakarta fino agli schermi di Al Jazeera.
In Canto d’Infinito la Crisigiovanni crea e arrangia, accosta tonalità e scrittura classica, le sovrappone a colori jazz, ai suoni della musica etnica, alla melodia improvvisata sovra forme musicali e composizioni scritte. Ci sono richiami all’Adagio al chiaro di luna di Beethoven laddove il testo leopardiano s’immerge in un paesaggio lunare, ma anche l’incipit di Children’s songs, di Chick Corea, nel momento in cui il poeta esprime il ricordo, la rimembranza, la fanciullezza.
Dunque, passato e presente si fondono divinamente per onorare un poeta d’immensa grandezza. Un omaggio che continua nel canto delle arie che la compositrice affida al soprano e, nel contempo, prevede l’estemporaneità, ovvero la musica creata all’istante e non ripetibile, come è tipico della Crisigiovanni.
E ancora la splendida e superba voce del soprano Bianca D’Amore che a Celano gioca in casa. Unica ed inimitabile interprete, ambasciatrice del belcanto in Europa e spesso sulle scene internazionali che, per l’occasione, è accompagnata da musicisti eccezionali e dai curricula importanti come Luigi Tresca al sax e clarinetto, Amleto Matteucci al contrabbasso e Fabio Colella alla batteria e chitarra.
Una veste moderna per l’intima e antica riflessione leopardiana sul tempo e sull’uomo, la cui grandiosità non può essere scalfita neanche da un triste ed impietoso destino, una full immersion nell’infinito e nell’indefinibile, attraverso la memoria che disegna quadri in ogni cuore. Quel canto che combatte la solitudine con l’immaginazione, che supera la vastità dello spazio e decolla nonostante la pesantezza del male. Un Canto d’Infinito con il senso dell’animo ma anche con un gran senso dell’Arte che genera nuova Arte, parole da cui nascono altre parole, melodie che creano nuove melodie vibranti nel sacro spazio del silenzio.
Tutto questo è Canto d’Infinito. Un appuntamento di gran prestigio nell’ambito della VI^ edizione Suoni itineranti lungo antiche mura, ideato dall’Associazione Musicale La Scala di Seta in collaborazione con il Comune di Celano e la Fondazione Carispaq. E l’ingresso è gratuito.
di Alina Di Mattia
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