Cerchio, amore e solidarietà hanno un nuovo nome: “Sorprendentemente donne”

“Nel diventare grandi scopriamo che abbiamo due mani: una per aiutare noi stessi, l’altra per aiutare gli altri”.

Si apre così, con un corteo di bambini che irrompono nel teatro Calipari di Cerchio, sulle note di “People help the people“, il congresso inaugurale della neo associazione “Sorprendentemente donne”. Sono loro, i bambini, con la voce rotta dall’emozione, a raccontarci, dalle loro parole e attraverso i loro sguardi sinceri, la solidarietà.
<<È quasi un peccato – dice la presidente Angela Tomassetti – sfatare l’atmosfera creata da questi bambini. Molti, in questi giorni, mi hanno chiesto di cosa la nostra associazione si sarebbe occupata. Voglio raccontarvi una cosa.
Tempo fa venne a trovarmi una mia amica, molto riservata, e mi disse: “devo fare anche io la chemioterapia e perderò i capelli, tu come hai fatto?”. La risposta – continua – ha preso forma dentro di me in maniera spontanea. Noi questa malattia non possiamo sconfiggerla fisicamente ma la possiamo sconfiggere psicologicamente. L’unica cosa che devi fare è non chiuderti in te stessa, devi aprirti agli altri.
Guardandola, – riprende – durante il periodo in cui lei ha sostenuto questo trattamento, con quella parrucca, mi sembrava più bella. Era il suo sorriso a renderla speciale. Il suo sorriso che stava in mezzo agli altri, si era aperto agli altri. Così ho avuto la conferma che aprirsi e predisporsi agli altri quando qualcuno ha un problema, piccolo o grande che sia, è l’unica cosa. Gli altri, intesi come persone che ci tendono una mano, – conclude – sono la magia che ci permette di uscire da questo tunnel. ‘Sorprendentemente donne’ fa parte di questi ‘altri’. Fa parte di queste figure che vogliono tenderci una mano. Noi siamo qui per questo>>. 

Ad accompagnare l’emozione della presidente e delle 13 compaesane che, al momento, costituiscono l’associazione, i preziosi interventi degli ospiti.
<<Quando si capisce di diventare un dono per gli altri? – interviene Padre Riziero Cerchi – Quando ti rendi conto di essere qualcosa di unico e irripetibile ma che il tuo dono, il tuo dolore, è una grande manifestazione d’amore.
Sono arrivato a Ortucchio nel 2006. Nel 2007 mi sono accorto che c’era una parte di Chiesa che soffriva. Erano mamme e papà che avevano perso i propri figli. Soffrivano di solitudine. A volte siamo isole. Ho cercato di tramutare il loro dolore in energia. Non poteva rimanere soffocato in se stesso. Quel dolore doveva ancora generare vite. Per questo – spiega – nasce da Ortucchio ‘Genitori di Stelle – Figli della Speranza‘ . Non ho fatto altro che ascoltare il loro dolore e lasciare la porta della mia canonica aperta 24h su 24. Oggi l’associazione è costituita da più di 2mila persone. Sono stati aperti altri distaccamenti a Como, Viterbo, Conversano, Bari, Brindisi, Lecce e il prossimo aprirà, a breve, a Latina.
Ieri sera – conclude – due genitori che hanno perso due figli in sei mesi mi hanno inviato un messaggio: “Grazie per averci dato la possibilità di vantarci del nostro dolore”. È importante. Solo se mi vanto del mio dolore e lo riconosco come opportunità, unica e irripetibile, divento strumento di speranza. Sappiate essere donne e uomini di speranza. Sporcatevi di cielo>>.

Commovente l’intervento/testimonianza di Tina Cerasani. Il suo libro “Amore oncologico” racconta la storia di un’esperienza d’amore che trova nel dolore la propria identità.

Concludono, col ricordare l’importanza della solidarietà e l’importanza della nascita di un’associazione che si impone interventi di tale levatura, quelli di Domenica Di Salvatore (presidente ANFFAS), della dirigente scolastica Gigli, dell’Assessore Giulia Maccallini e del parroco, Padre Manuel Essiet.

<<C’è bisogno di tanta partecipazione – ribadisce ai saluti la presidente Tomassetti -. È un’associazione mossa da un sentimento importante, vivo. Solo innamorandosi di esso possiamo crescere regalando un sorriso a chi ne ha bisogno>>.
Risuonano forti e profonde queste parole nelle nostre coscienze. Risuonano forti e profonde le note di “People help the people“. Risuona forte e profonda la consapevolezza che le donne siano, oggi più che mai, capaci di sorprendere e che “gli angeli dei nostri tempi sono quelli che si interessano agli altri prima di interessarsi a se stessi”.


Alex Amiconi

Redazione - Il Faro 24