Lo sport, si sa, ce lo siamo sentiti ripetere fin da bambini, è sinonimo, oltre che di divertimento e vita sana, di aggregazione sociale. Proprio in questa direzione, quasi per darne conferma, si sono mossi alcuni cittadini cerchiesi.
Il campetto comunale del paese, infatti, è stato teatro, nella giornata di giovedì, di un match che ha visto “affrontarsi” la compagine della Longobarda (squadra che secondo indiscrezioni dovrebbe partecipare al prossimo campionato amatori) e una fitta rappresentanza di sacerdoti marsicani.
Una gara avvincente, sicuramente divertente per gli spettatori, che ha visto trionfare, solamente al golden gol, la compagine ecclesiastica.
Anello di congiunzione, e allenatore di giornata, il parroco del paese, Padre Emmanuel Essiet.
“La mia impressione – ci spiega -è che i giocatori hanno dimostrato che giocare è, più che altro, un modo per stare insieme, avere una sana concorrenza, nel senso della competitività, ma senza rivalità. La capacità altrui non sminuisce l’ importanza e la dignità dell’altro. Potrebbe, anzi, essere di aiuto e ispirazione per tutti”.
Ispirazione. Una parola che ha in se nascosto un sentimento di ammirazione verso l’altro. Una parole che, di fatto, combatte la misantropia di coloro che emarginano. È questo il messaggio. Stare insieme, al di là dell’appartenenza sociale, della provenienza e del colore. Stare insieme per guardare avanti e combattere questo presente incerto che ci spinge ad affrontarci in una spasmodica bramosia di prevalenza. Un pallone, dunque. Presente e futuro. Stare insieme, finalmente, coesi, uniti. Questa di sicuro è la strada giusta.
Alex Amiconi