La cronaca degli ultimi giorni ha riproposto notizie di alberi caduti, con perdite di vite umane, e abbattimenti “per ragioni di sicurezza”, di interi filari lungo le nostre strade, non ultimo quello che ha reso la statale 17 dell’Altipiano delle cinque miglia una landa desolata.
Alberi pericolosi, scrivono i giornali; alberi difficili da mantenere, sostengono molte amministrazioni. E così si tagliano esemplari sani, solo per paura che possano cedere improvvisamente, o si procede a capitozzature che, a detta di chi li esegue, metterebbero in sicurezza gli esemplari “rinforzandoli”.
Purtroppo, in Italia, ed anche in provincia di Teramo, la gestione del verde urbano avviene per “sentito dire”, affidando la manutenzione del verde a personale non qualificato, privo della necessaria formazione prevista dalla Legge n. 154 del 28/07/2016, e non rivolgendosi a tecnici specializzati ed iscritti agli albi professionali come le presenti categorie, che se opportunamente coinvolti, procederebbero a valutazione di stabilità arborea di tutte le piante, selezionando e mettendo in sicurezza gli esemplari malati e/o danneggiati garantendone il loro solo abbattimento e preservando gli esemplari sani e stabili. Anche dove esiste il Regolamento del Verde questo viene spesso disatteso, e i piani comunali di gestione del verde sono strumenti sconosciuti alla maggior parte delle Amministrazioni.
Eppure, in Italia, l’inquinamento atmosferico causa 84.500 morti l’anno (nessuno fa peggio in Europa) e circa il 95% degli europei sottoposti a sforamenti contemporanei nelle emissioni di PM10, NO2 e O3 vive nel nord del nostro Paese. Inoltre un terzo dei decessi che ogni anno avvengono nel mondo per ictus, cancro ai polmoni e malattie cardiache è dovuto all’inquinamento atmosferico. Una delle soluzioni per evitare questa strage silenziosa è proprio quella di incrementare il verde urbano, di attuare politiche di forestazione diffusa, di mantenere correttamente il patrimonio arboreo esistente.
Gli alberi, inoltre, non sono utili solo come straordinario presidio antinquinamento, ma costituiscono un vero e proprio dispositivo di messa in sicurezza dal dissesto idrogeologico, che coinvolge l’ 82% dei Comuni italiani, e dall’ erosione accelerata dei suoli che, in meno di 20 anni, ha cancellato il 16% delle campagne, provocando la cementificazione selvaggia di oltre 2 milioni di ettari di terreno coltivati. Gli alberi hanno funzione di mitigare l’azione delle acque meteoriche, mitigare il caldo estivo (le nostre città sono racchiuse dentro vere e proprie “bolle” di calore, che innalzano la temperatura anche di diversi gradi), attenuare l’effetto dei venti, arricchire il paesaggio e migliorare la salute fisica e psichica dei cittadini.
Investire nel verde, quindi, conviene, e porta benefici economici notevoli, anche se difficilmente percepibili da chi è abituato a considerare costi e benefici nell’immediato, preferendo, magari, costruire un parcheggio, un supermercato, una strada, pensando che un’area verde, un viale alberato, un giardino, siano investimenti improduttivi.
Le morti procurate dalla caduta degli alberi, o da incidenti in cui auto si schiantano contro alberi, sono sempre causati dall’imperizia e dall’imprudenza dell’uomo. A nessuno verrebbe in mente di abbattere tutti i palazzi di una città perché un edificio è crollato, o di demolire tutte le costruzioni a bordo strada perché un auto si è schiantata contro una recinzione, o una casa. Al contrario, quando ci sono di mezzo gli alberi, la colpa è sempre loro, della pianta assassina.
L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e l’Ordine dei dottori Agronomi e dottori Forestali della provincia di Teramo evidenziano il valore fondamentale del verde urbano e lanciano un appello alle amministrazioni e agli enti – Comuni, Province, ANAS, ecc. – affinché attuino una gestione del verde corretta, evitando la distruzione del patrimonio verde esistente incrementando, al contrario, gli spazi alberati, avvalendosi di convenzioni con i professionisti o richiedendo collaborazioni a tecnici qualificati iscritti agli albi professionali al fine di equilibrare sicurezza e salvaguardia dei beni arborei e paesaggistici. Attraverso i loro Consigli Nazionali, inoltre, gli scriventi Ordini territoriali chiederanno al Ministero dell’Ambiente di intervenire per la salvaguardia delle alberate stradali, dei parchi urbani, delle aree verdi e dei giardini, anche attraverso apposite norme, in modo che si salvaguardino i benefici che le piante portano alla collettività.
84.500 vite umane perse ogni anno per l’inquinamento, oltre a centinaia di vittime dovute al dissesto idrogeologico, potrebbero essere in gran parte evitate, solo investendo in una corretta gestione del verde. Ne vale la pena? Architetti, Agronomi e Forestali dicono di si, agli amministratori il compito di renderlo possibile.