Gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Chieti, hanno eseguito un’Ordinanza che dispone il divieto di avvicinamento a carico di uno studente lancianese diciannovenne, incensurato.
Il predetto è indagato in relazione alla commissione del reato di atti persecutori commesso nei confronti di una minorenne di Chieti, sua ex fidanzata, non avendo accettato la fine della loro relazione durata circa 7 mesi.
Il giovane, evidentemente allo scopo di convincerla a riallacciare il rapporto interrotto a fine gennaio, ha posto in essere una sistematica attività di persecuzione nei confronti non solo della ragazza ma anche dei suoi genitori e della sorella nonché dei suoi compagni di scuola nei confronti dei quali continuava ad esercitare pressioni affinché intercedessero per farli tornare insieme.
Gli atti persecutori sono consistiti in decine di messaggi, sia sms che vocali nonché videochiamate effettuate quotidianamente, in pedinamenti nei confronti della ragazza e dei suoi familiari posti in essere anche nei luoghi di lavoro di questi ultimi, tutto finalizzato ad un incontro con la giovane al fine del recupero del rapporto sentimentale. Dopo il blocco delle telefonate che la vittima aveva attivato nei confronti dell’utenza in suo uso, egli ha iniziato ad effettuare continue telefonate anonime arrivando addirittura a superare le cento telefonate al giorno.
L’attività persecutoria è stata posta in essere anche tramite messaggi telefonici inviati nottetempo ad una insegnante della giovane per convincerla a leggere in aula una poesia d’amore dedicata alla ragazza che gli inviava tramite sms.
I genitori, in un primo momento, vista la giovane età del ragazzo e non volendolo denunciare, hanno più volte tentato di dissuaderlo dal proseguire in questi atti di vera e propria persecuzione. Successivamente, visto anche lo stato d’ansia e paura ingenerato nella figlia, hanno incaricato un legale di fiducia affinché lo invitasse, bonariamente a desistere.
Poiché ogni tentativo è risultato vano anzi, si è assistito ad un loro incremento poiché nello scorso mese di marzo gli episodi di pedinamento ed appostamento nei luoghi frequentati dalla minore si sono intensificati, i genitori hanno richiesto un intervento formale della Polizia recandosi in Questura e chiedendo più volte l’invio sul posto di una pattuglia allorquando questi si presentava a Chieti, anche con frequenza quotidiana.
Il provvedimento cautelare è stato emesso dal GIP presso il Tribunale di Chieti Dott. L. DE NINIS su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Dr.ssa M.D. Ponziani.
L’attività di indagine è stata condotta dalla Seconda Sezione della Squadra Mobile della Questura di Chieti specializzata per i reati contro la persona, in particolare per violenze di genere ed in danno di minori, ed ha permesso di ricostruire tutti gli episodi narrati dalla vittima e dai suoi familiari ricostruendo altresì gli spostamenti effettuati dal predetto da Lanciano a Chieti ed anche in provincia di Pescara ove la ragazza si era recata in talune occasioni con la sua famiglia.
Il Giudice, oltre al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla giovane vittima con obbligo di mantenersi da essi ad una distanza di almeno 300 metri, ha disposto il divieto di avvicinamento anche ai luoghi frequentati dai familiari della stessa.