La Polizia di Stato ha eseguito due arresti nel corso di altrettante operazioni antidroga.
La prima si inserisce nell’ambito di una mirata attività preventiva volta alla prevenzione del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi degli istituti scolastici, ed ha portato all’arresto in flagranza di reato di M.S., diciottenne della provincia di Chieti, incensurato, studente.
Il giovane è stato sorpreso poco prima dell’inizio delle lezioni nei pressi dell’Istituto scolastico Alberghiero, a Pescara, nell’atto di cedere due dosi di marijuana ad altrettanti compagni di scuola, entrambi minorenni.
Il predetto, inoltre, è stato trovato in possesso di un’altra dose della stessa sostanza.
Il giovane è stato sottoposto agli arresti domiciliari su disposizione del P.M. di turno, la d.ssa Anna Rita MANTINI.
L’operazione è stata condotta da personale della Squadra Mobile.
Nella seconda operazione è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare a carico di D.B.M., pescarese di 30 anni, per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti perché, nel periodo compreso tra il mese di agosto e il mese di novembre del 2017, in più occasioni ha ceduto dosi di cocaina ad alcuni suoi clienti abituali che a lui si rivolgevano con cadenza pressoché settimanale.
La misura con la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari, è stata emessa dal GIP del Tribunale di Pescara, dr.ssa Antonella DI CARLO, su richiesta del P.M., dr. Salvatore Campochiaro.
L’indagine ha preso le mosse nello scorso mese di novembre quando D.B.M., nel mentre il personale della Squadra Mobile stava già indagando su un più ampio giro di spaccio, veniva fermato per un controllo e denunciato a piede libero poichè trovato in possesso di 6 grammi di cocaina suddivisi in dosi, di materiale per il confezionamento dello stupefacente e 535 euro in contanti.
L’analisi del cellulare del giovane permetteva inoltre di rilevare alcuni messaggi, inviati tramite l’applicazione “Whatsapp”, dal tenore sospetto, in cui si concordavano appuntamenti e si sollecitava il pagamento di somme di denaro.
I destinatari dei messaggi venivano quindi convocati in Questura e, in relazione all’evidenza dei fatti, confermavano di aver acquistato nel corso degli ultimi mesi, numerose dosi di cocaina da D.B.M..
Oltre all’arresto il GIP ha disposto il sequestro di un conto corrente bancario intestato all’indagato, sul quale, in un breve periodo, sono stati depositati oltre 30.000 euro, cifra assolutamente sproporzionata rispetto alle dichiarazioni dei redditi degli ultimi cinque anni depositate all’Agenzia delle Entrate.