CINGHIALI: IN ABRUZZO SONO CENTOMILA, CACCIATORI TERAMANI NEL “MIRINO”

ATC SALINELLO, PER COLDIRETTI UNA DECISIONE SCELLERATA, SUBITO CONVOCAZIONE NUOVO CONSIGLIO

AUMENTO DELLE AREE DI “RISERVA”: RISCHI E DANNI IN AGGUATO CON PROLIFERAZIONE UNGULATI  

L’escalation dei danni e degli incidenti che causano purtroppo anche vittime, è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Italia che ha superato abbondantemente i due milioni di cui almeno centomila in Abruzzo e circa il 30% in provincia di Teramo, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città mettendo a rischio la sicurezza sulle strade. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento alle lamentele che si susseguono e si rincorrono dalle diverse provincie e che, in questo ultimo periodo, si stanno facendo maggiormente insistenti nella provincia di Teramo con particolare riferimento al territorio gestito dall’Atc Salinello. A sollevare lamentele e preoccupazioni è infatti la decisione del consiglio dell’Ambito territoriale di caccia di istituire, pur con il voto contrario di Coldiretti, nuove e più ampie “zone di rispetto venatorio” precluse alla caccia in cui i cinghiali si riprodurranno di fatto indisturbati.

“Una decisione scellerata che, determinando un aumento esponenziale degli esemplari in circolazione, favorirà di fatto solo i cacciatori (che avranno più cinghiali da cacciare) ma penalizzerà le imprese agricole che già ora devono fare i conti con raccolti distrutti e conseguenze economiche insostenibili – dice Giulio Federici, direttore Coldiretti Teramo – Insomma, il “gioco” continua, con la connivenza questa volta di altre associazioni agricole e una politica indifferente. Gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali ma a preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina. La decisione del consiglio dell’Atc Salinello va subito rivista in considerazione delle gravi conseguenze che potrebbe provocare. Chiediamo – continua Federici – l’immediata convocazione di un nuovo consiglio e una rivisitazione delle decisioni prese che di fatto stanno creando preoccupazione per le aziende locali già fortemente provate dall’emergenza Covid19. Continuare sulla strada intraprese vorrebbe dire compromettere l’agricoltura sana e mettere a rischio l’incolumità delle persone per sottostare alle esigenze di un gruppo di cacciatori che, probabilmente, non si rendono conto della gravità della situazione. Chiediamo che sia rivista immediatamente la governance dell’Atc, che dovrà essere designata con una norma certa, attualmente mancante, in grado di dare il giusto valore alle diverse rappresentanze. Fino ad allora – annuncia Federici – ci asterremo da ogni decisione che verrà presa dall’attuale governance dell’ambito territoriale di caccia”.

Coldiretti Teramo ricorda che, da una indagine realizzata in collaborazione con Ixè – emerge che il 69% degli italiani ritiene i cinghiali troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un’opinione. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali. La proliferazione senza freni dei cinghiali – conclude la Coldiretti – sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico.

Redazione - Il Faro 24

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