Sabato mattina, 1 aprile, all’interno delle stanze del Comune marsicano di Collelongo, si è tenuto, di fronte a tutta la popolazione residente accorsa, il primo incontro formativo ed informativo sulle Cooperative di Comunità. Da una sinergia attivata tra Amministrazione comunale, guidata dal primo cittadino Rosanna Salucci, Pro Loco locale e Confcooperative Abruzzo, è nata l’idea di un progetto collettivo, da sviluppare all’unisono. La comunità che lavora assieme al centro del benessere del proprio territorio di provenienza.
Sfruttare al massimo il talento di un territorio di origine, due punti e a capo. Da questo inizio basico della storia, è partito lo scambio di idee, a Collelongo, nella giornata di sabato scorso, 1 aprile, tra Amministrazione comunale, cittadinanza locale ed esperti del settore. Nella Sala Consiliare del Comune, infatti, si è tenuto un primo incontro informativo durante il quale la ConfCooperative Abruzzo, ospite del confronto in Municipio, ha posato a terra i primi mattoni concettuali di una tipologia di progetto di sviluppo locale, incentrata proprio sul potere delle Cooperative di Comunità.
«L’idea di fondo del progetto – spiega il sindaco di Collelongo Rosanna Salucci – è quella di riuscire a costituire nelle piccole comunità locali, come ad esempio Colleolongo (1209 abitanti), delle Cooperative di comunità, che dovrebbero essere formate, ognuna, da almeno il 10% dei cittadini. Cooperative che si prefiggono, in primo luogo, lo scopo di lavorare nei settori di forza del loro territorio di provenienza, come ad esempio agricoltura, turismo e cultura, diversificando, però, le varie attività, in modo da garantire lo stipendio ai soci lavoratori. La popolazione di Collelongo ha risposto in maniera positiva alla sfida lanciata: c’è stato, infatti, un nutrito interesse sull’argomento. La forma sociale della Cooperativa, inoltre, è agevolata anche sotto diversi punti di vista, quindi potrebbe costituire, a tutti gli effetti, un buon volano di miglioramento per un territorio come quello di Collelongo, che deve riuscire a fare forza, soprattutto, su sé stesso per arrestare il depauperamento delle risorse umane». Piccoli Comuni, quindi, che vogliono farcela e che cercano di tracciare un orizzonte futuristico diverso, nella prospettiva della qualità della vita dei propri abitanti. Al ‘tu per tu’ con la popolazione di Collelongo, era presente Massimiliano Monetti, presidente di Confcooperative Abruzzo, Angela Colangelo, direttore Confcooperative Abruzzo, Marina Paolucci, dottore forestale e Manuela Cozzi, agronoma di Anversa degli Abruzzi che ha letteralmente abbattuto la tristezza di sviluppo del suo paese di origine, attraverso la felicità dell’iniziativa di ‘Adotta una pecora’, capace di sostenere l’allevamento biologico locale.
Valorizzare le competenze della popolazione residente, dare una nuova voce alle tradizioni culturali e alle risorse territoriali del posto, soddisfare i bisogni della comunità locale, migliorando anche la qualità sociale ed economica della vita e tentare di sviluppare, infine, attività economiche eco-sostenibili, finalizzate proprio alla produzione di beni e servizi: queste sono solo alcune delle possibilità offerte dalla sfida della Cooperativa di comunità. «In primis, – conclude il sindaco – si potrebbe cercare, in questo modo, di creare delle occasioni di lavoro per giovani e meno giovani, all’interno del loro Comune di residenza, sfruttando, ovviamente, tutte le potenzialità locali, molto spesso trascurate e marginalizzate. La bellezza del progetto risiede nel significato stesso del termine Cooperativa, ossia di una libera associazione di cittadini, stretta attorno al filo rosso di un impegno comune per il bene collettivo».
All’incontro informativo di sabato, ha preso parte l’intera collettività collelonghese. «Guardare in faccia alla propria terra natia, come ad una ruota panoramica di opportunità da mettere in moto in sinergia, in fondo, non costa nulla, – esprime, infine, il sindaco – forse solo un po’ di fantasia. Collelongo, dal canto suo, ha bisogno di nuove sfide e di nuovi panorami da tracciare, appunto, soprattutto per riuscire a contrastare lo spopolamento dei tempi moderni. I nostri figli devono diventare i primi carpentieri dell’avvenire del loro luogo di nascita».