(ACRA) – “Un baratto. Tu mi autorizzi a dare avvio a una discarica dedicata allo smaltimento di materiale contenente amianto e io mi faccio carico della chiusura definitiva dell’impianto in precedenza operativo sulla stessa porzione di territorio. Il tutto nel nome del risanamento ambientale. E’ la triste e desolante realtà che potrebbe accadere nel Comune frentano di Rocca San Giovanni. Una discarica nell’ambito della splendida realtà roccolana che, fra le altre cose, risulta essere uno dei borghi più belli d’Italia. Una scelta a dir poco opportuna…”.
E’ questo uno stralcio del comunicato stampa che il Consigliere regionale di Sinistra Italiana Leandro Bracco ha reso noto riguardo una vicenda altamente delicata che concerne il Comune di Rocca San Giovanni, incantevole realtà chietina la cui zona marittima dà il proprio contributo nella formazione della sfavillante Costa dei Trabocchi. “Alla fine dello scorso mese di gennaio – spiega Bracco – la società vastese RSG ha presentato alla Regione Abruzzo un’istanza per l’autorizzazione del progetto di chiusura e recupero ambientale della discarica di Rocca San Giovanni con utilizzo dei volumi residui per lo smaltimento di materiali da costruzione contenenti amianto legato”. “Non può che essere una richiesta che lascia interdetti e increduli – evidenzia il Consigliere – Nelle carte ufficiali si legge che la medesima società RSG ‘ha proposto una soluzione risolutiva per la sistemazione di tutta l’area (…) accollandosi l’onere della chiusura definitiva’. Dunque – prosegue Bracco – in cambio della chiusura della vecchia discarica viene chiesta l’autorizzazione per aprirne un’altra dedicata esclusivamente allo smaltimento di materiale contenente amianto”. La vicenda è datata e ha inizio un quarto di secolo fa. “Nel 1993 – nota l’esponente di Liberi e Uguali – la società SMI viene autorizzata a realizzare e gestire l’impianto per un periodo di tempo di 4 anni. Nel 1999 la Giunta regionale Abruzzo respinge l’istanza di rinnovo all’esercizio della discarica”. “Sulla questione – precisa Bracco – è anche intervenuta la giustizia amministrativa. Con sentenza 6301/2004 il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità del provvedimento della Giunta regionale con il quale era stato rigettato il rinnovo dell’autorizzazione. L’attività quindi non poteva essere proseguita e la società avrebbe dovuto avviare le procedure di chiusura. La legge infatti prevede che tra gli obblighi del gestore ci sia quello, tramite modalità specifiche, della chiusura definitiva dell’impianto”. “Purtroppo – rileva il Consigliere – a distanza di quasi un ventennio non risultano proseguite e concluse tali procedure ma anzi all’esecutivo abruzzese è stato proposto di approvare una sorta di baratto e cioè la nascita di una nuova discarica in cambio della chiusura della vecchia. Proprio per questo motivo – specifica Bracco – all’inizio di febbraio ho presentato formale richiesta di accesso agli atti al Servizio Gestione Rifiuti. Sarà fondamentale vagliare la documentazione e lo stesso Servizio Gestione Rifiuti mi ha garantito piena disponibilità e collaborazione. Il Comune di Rocca San Giovanni ha più volte chiesto che si concludesse il procedimento con la chiusura definitiva dell’invaso rimasto aperto e conseguentemente esposto a qualunque tipologia di evento”. “La popolazione che vive in quella porzione di territorio ha già pagato un prezzo altissimo in termini di non salubrità del contesto ambientale e non può essere chiamata al pagamento di un nuovo tributo dietro la giustificazione che la nuova società provvederà alla chiusura della vecchia discarica. Il dovere di mettere la parola fine al vecchio impianto – conclude Leandro Bracco – non può essere barattato con la salute dei cittadini”. (Com)