Si è svolta ieri pomeriggio, presso la sala consiliare del Comune di Capistrello, ente portavoce della questione, un’assemblea pubblica dalla forte connotazione tecnica e politica. A rapporto, il Contratto di Fiume del Liri, firmato un anno fa da ben 9 Comuni proponitori. Una promessa è stata strappata alla Regione: verrà attuata fin da subito la delibera di Giunta di riconoscimento del Contratto.
Una delibera di Giunta regionale di riconoscimento di quanto è stato fatto fino ad ora e l’individuazione di un Comitato tecnico saranno i prossimi passi mossi in avanti, per quel che concerne la riqualificazione dell’asta fluviale della Valle del Liri. Adunanza strategica a più voci a Capistrello, ma con una sola richiesta di sottofondo, quale quella di far ripartire nel più breve tempo possibile, i motori del Contratto di Fiume e di Paesaggio della Valle del Liri, una modalità, questa, di governance del territorio, mirante prettamente ad esercitare il suo sviluppo ambientale, settoriale e turistico. «Una culla, quale quella della Valle del Liri, che meriterebbe maggiore attenzione dai piani alti della politica di casa nostra – ha avvertito il sindaco Ciciotti, padrone di casa – oggi i sindaci della Valle Roveto chiedono di abbinare un’attività vera e propria al Contratto di Fiume, il quale vanta un anno pieno di vita alle spalle». «Un anno fa, infatti, si ipotizzò l’idea di concertare assieme scenari futuri per definire una programmazione che potesse, attraverso una base economica proveniente da finanziamenti di sviluppo regionale, dal nuovo PSR, dalla Legge finanziaria e da Fondi Europei, dar seguito ad un’attività vera di ciò che comporta il Contratto di Fiume stesso. Oggi, chiediamo un impegno formale affinché la Regione prenda atto di queste realtà e dia adito ad una delibera di approvazione dei Contratti già esistenti, specificando la maniera migliore per poterli finanziare».
Nella sala consiliare del Comune capistrellano, ieri pomeriggio, il sindaco Ciciotti portavoce dell’adunanza pubblica comunale, assieme al primo cittadino del Comune capofila, il sindaco di Morino, D’Amico, ha cristallizzato una posizione ben precisa di fronte ai vari rappresentanti della Regione Abruzzo in loco, fra cui il presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio, i consiglieri di zona Berardinetti e Di Nicola, nonché la voce tecnica del progetto, quale l’architetto Sorgi, in rappresentanza dell’Assessore regionale alle Politiche Agricole e di Sviluppo Rurale, Pepe. Anche il Gal Gran Sasso-Velino e la piattaforma limitrofa del Gal Terre Aquilane hanno dato man forte alla causa avvalorata dai nove enti comunali della Valle Roveto. In prima fila, anche la Provincia aquilana, rappresentata nel meeting a più volti politici, dal consigliere Cipollone.
Una sola, la parola d’ordine pronunciata dall’assemblea variegata ed allargata: trovare immediatamente una sinergia di fondo, costituendo un tavolo paritetico con la Regione Abruzzo, con i Comuni firmatari e con i tecnici del territorio, in modo da trovare un punto di incrocio sulle priorità del Contratto di Fiume stesso, sottoscritto il 31 luglio. Decisivo l’intervento del Presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, il quale ha asserito che: «Le scelte che oggi si condividono in gruppo, devono poter godere di un contributo importante da parte degli eletti in Regione. A mio avviso, la Giunta dovrebbe approvare una delibera integrativa che prenda atto di un Contratto già sottoscritto. Quindi il primo passo, a partire da oggi stesso, sarà quello di dare atto ad una delibera di integrazione che riconosca il Contratto di Fiume preesistente». Petrei, presidente del Gal Gran Sasso, invece, ha puntato i piedi sul fatto che «una delibera di Giunta in attesa, non può permettere lo stop dei lavori in corso e di non far lavorare, quindi, ciò che già c’è. Bisogna mandare avanti la procedura così come è stata sottoscritta», ha detto.
«Il presidente regionale, comunque, ha focalizzato appieno – ha concluso, infine, il sindaco di Morino – quel che era l’obiettivo di questa riunione. Occorre, però, in definitiva, che la delibera in questione non comporti tempi troppo lunghi per la sua attuazione. Ad un anno di distanza dalla firma, manca solo questo ‘mattone’ per andare avanti con la costruzione del muro della certezza. Prima si incomincia e meglio è».