A Cori, Dovremmo essere tutti femministi. Quando l’emancipazione passa attraverso la letteratura, l’arte e la parola

Giovedì 8 Marzo, alle ore 21:00, presso la Biblioteca Comunale, si terrà l’iniziativa interculturale che vedrà protagoniste le minori straniere non accompagnate ospiti della struttura di accoglienza presso il convento delle Suore Missionarie d’Egitto.

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, giovedì 8 Marzo, alle ore 21:00, presso la Biblioteca Comunale di Cori (LT) “Elio Filippo Accrocca”, in vicolo Macari, si terrà l’iniziativa “Dovremmo essere tutti femministi. Quando l’emancipazione passa attraverso la letteratura, l’arte e la parola”, organizzata da “La Casa Del Sole” Onlus, in collaborazione con le associazioni culturali “Arcadia”, “Toponomastica Femminile” e “Chi Dice Donna”, patrocinata dal Comune di Cori.

Sarà la tappa conclusiva di un percorso didattico che ha coinvolto nelle scorse settimane le giovani donne migranti della casa di accoglienza di Cori, che potranno così portare all’attenzione del pubblico una testimonianza diretta che il fenomeno migrazione è anche altro – “Il nostro intento è quello di cambiare una narrazione intrisa di pregiudizi e diffidenza e permettere, mediante l’esperienza artistica, il superamento di una visione monoculare” – sottolineano le organizzatrici.

“Dovremmo essere tutti femministi” è un libro dell’autrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie e inizio di un viaggio nella lettura di brani scelti, che dalla Nigeria passa per il Congo e il Senegal e arriva fino in Italia. “Le loro voci cuciranno una trama di connessioni e consapevolezze, di universalità estetica ed empatica, di vissuti in ricostruzione e del necessario coraggio per esigere un cambiamento” – si legge nella nota di presentazione dell’evento.

Nell’antico convento delle Suore Missionarie d’Egitto, “La Casa Del Sole” ospita sei minori straniere non accompagnate provenienti da Nigeria e Senegal e un nucleo familiare congolese. “Le dimensioni ridotte del Comune di Cori, la gestione familiare della struttura e le caratteristiche geo-fisiche del luogo, sono gli elementi che contribuiscono a determinare la riuscita del progetto, basato su due pilastri fondamentali: programmazione e formazione” – spiegano dalla Onlus.

E aggiungono – “Lo sviluppo identitario di una nuova cittadinanza, la cui centralità è particolarmente importante nel caso delle MSNA (Minori Straniere Non Accompagnate), muove dalla necessità di mettere al centro del processo di umanizzazione la crescita integrale della minore, la sua costruzione del futuro, la cognizione delle proprie competenze e la progettualità in termini di motivazione, impegno, studio e comprensione della nuova realtà.”

Redazione - Il Faro 24

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