La scoperta è stata fatta all’Istituto Pascale in collaborazione con l’Università Federico II. Come riportato dall’Ansa.it, “di questa variante, rende noto la Regione Campania, al momento non si conoscono il potere di infezione, né altre sue caratteristiche come accade per molte varianti rare del virus. Si chiama B.1.525, e finora ne sono stati individuati soltanto 32 casi in Gran Bretagna, e pochi casi anche in Nigeria, Danimarca e Stati Uniti. Mai finora in Italia. In Usa invece ricercatori stanno indagando la possibilità che vi siano fino a sette nuove varianti originate appunto negli Stati Uniti e che presentano un maggiore livello di contagiosità. Ne scrive il New York Times citando uno studio in cui si fa riferimento a sette crescenti derivazioni del coronavirus individuate in diversi Stati”.