CUPELLO. PARTITO COMUNISTA: “IL SINDACO CONTINUA A CAMBIARE CASACCA”

 

di Antonio Felice *

In estate si assiste immancabilmente al mercato, primo fra tutti quello dei calciatori e dei piloti, ma da quest’anno assistiamo anche al mercato dei politicanti. Politicanti non nella dizione dialettale – lu puliticand, ovvero colui che fa politica – ma nell’accezione negativa che la lingua italiana da a questo termine – “persona che fa politica senza averne la necessaria competenza, o più comunemente, il cui comportamento politico è caratterizzato da interesse, faziosità, ambizione, assenza di fede e di scrupoli”.

A differenza del mercato degli sportivi, dove sono le società a trattarne gli acquisti e le cessioni, il politicante si “accasa” nella formazione politica che può garantirgli un ritorno sia di “popolarità” ma soprattutto il “posticino” di sottogoverno tanto ambito da molti.

Chi sta spadroneggiando in questo strano “mercato” è la Lega di Salvini, che mancando di un quadro dirigenziale al Sud si appresta ad arruolare Governatori delle Regioni, Presidenti di Provincia, Sindaci, Assessori e Consiglieri nel meridione per sopperire a questa mancanza.

E’ il caso del Sindaco di Cupello (CH) piccolo Paese dell’entroterra vastese, che tra i vari cambi di casacca fatti negli anni passati, si è affrettato prima degli altri a compiere questo ulteriore cambio di formazione politica.

La cosa potrebbe sembrare normale, se non fosse che Cupello è un Paese che trae le sue origini da un popolo – gli schiavoni – che scappava dalla guerra e che si rifugiò in Italia dall’altra parte dell’adriatico.

E’ bene ricordare principalmente al sig. Sindaco di Cupello ma soprattutto ai cittadini di questo ridente paese, che Cupello come tanti altri comuni del meridione d’Italia non sarebbe esistita se, le popolazioni dell’Italia del XV-XVI secolo avessero “chiuso i porti” così come il Leader della Lega vuole fare e come propagandisticamente si affanna a ripetere.

Cupello nasce a cavallo tra il XV e XVI secolo.

Con la caduta di Costantinopoli molte popolazioni di origine slava, quelle di religione cattolica, si rifugiarono nell’Italia meridionale dando vita, soprattutto nella fascia appenninica meridionale, a molti paesi.

Infatti, ancora oggi sia nel Molise che in Calabria e Basilicata molti sono i paesini che hanno mantenuto le tradizioni e la cultura albanese e slava. Nell’Abruzzo meridionale si insediò un popolo, gli schiavoni, che diede origine a diversi paesi: Cupello, Villalfonsina, Schiavi d’Abruzzo, Villa Santa Maria.

Lo stesso nome Cupello (nel dialetto “lu Cupell”), trae origine dalla locuzione latina “in lucum pellere” (in [lucu]m [pell]ere) che significa “spingere nel bosco” in riferimento all’allontanamento di queste popolazioni dai loro villaggi originari e costretti a rifugiarsi in luoghi più sicuri. Ora però è da notare che a Cupello si è sempre cercato di “nascondere” questa origine da parte della piccola borghesia del luogo che ha avvalorato altre tesi sull’origine del nome e soprattutto sul suo significato.

Inoltre, è importante ricordare che l’integrazione con la popolazione indigena venne fatta in modo “indolore” nonostante i primi scontri con il paese che li ospitava, a causa, soprattutto, della mancanza di donne dei primi abitanti cupellesi che fecero un vero e proprio “ratto delle Sabine” nella vicina Monteodorisio. Ma questo fatto che vive tra la leggenda e la storia fu presto superato e i primi abitanti di Cupello si integrarono alla perfezione nel contesto che li ospitava.

Il territorio di Cupello, facente parte della Contea di Monteodorisio, era attraversato dal “Tratturo”. I tratturi erano i sentieri che i pastori percorrevano con le greggi per la transumanza verso i pascoli del tavoliere delle Puglie. Questi percorsi erano soggetti al pagamento del pedaggio verso il “Signorotto” del posto, ma se lungo questo tragitto, il bosco, i rovi e le sterpaglie facevano perdere la lana alle pecore il “Signorotto” non poteva pretendere grossi pagamenti. Infatti in cambio dell’insediamento nella propria Contea, il “Signorotto” del posto diede come compito agli schiavoni di pulire il percorso del tratturo da tutto ciò che poteva far perdere lana alle pecore in modo da pretendere più lauti guadagni sull’attraversamento del tratturo.

Ora caro Sindaco di Cupello, che ha appena aderito alla Lega di Salvini che vuole “chiudere i porti”, che dice “prima gli italiani” (anche se fino a qualche mese fa diceva prima il Nord), è consapevole del fatto che Cupello non sarebbe esistita se alla fine del XV secolo, nella Contea di Monteodorisio c’era un “Signorotto” come quello che oggi lei si appresta a “servire”?

e cari cittadini di Cupello, che il prossimo anno verrete chiamati alle urne per rieleggere il Sindaco, sappiate che votando per questo Sindaco state rinnegando la vostra storia e le vostre origini.

*   Segretario Regionale del Partito Comunista

 

 

Redazione - Il Faro 24

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