La disoccupazione giovanile sta toccando livelli storici mai raggiunti in precedenza. E se la colpa non fosse esclusivamente della crisi, ma anche del modo con cui vengono scritti i curriculum vitae? La professoressa Michèle Favorite, esperta alla John Cabot University, ci spiega come scrivere un CV efficace in pochissime mosse.
1. Da quanto emerso da diverse interviste a responsabili del personale, sembrerebbe che il CV europeo sia tra le maggiori cause di disoccupazione. Lei cosa ne pensa? È d’accordo?
Ho sempre ritenuto che il CV europeo sia l’antitesi di quello efficace perché non è chiaro, è troppo lungo e ripetitivo. È una gabbia poco flessibile che costringe tutti i candidati a parlare di sé allo stesso modo. E tutti alla fine sembrano usciti dallo stesso stampo. Il curriculum europeo ha il ruolo opposto a quello che dovrebbe svolgere un CV, cioè facilitare la comprensione a prima vista delle competenze di un candidato da parte di una persona che va di fretta e che ha altri centinaia di curricula da leggere. Chi guarda un CV ha al massimo 30 secondi a disposizione e quindi ha bisogno di vedere un testo snello, comprensibile a colpo d’occhio, pieno di esempi e quantificazioni.
2. Quali sono le regole pratiche per scrivere un CV davvero efficace?
Mettiamoci nei panni del lettore che dedica circa 30 secondi a un CV: deve poter vedere un documento di non più di una pagina organizzato e formattato in maniera chiara e semplice, dove le informazioni principali sono nel posto giusto – all’inizio di ogni riga – e dove le competenze del candidato vengono davvero comprovate. Non basta dire che siamo bravi a scrivere o a fare lavoro di squadra, dobbiamo provarlo attraverso la descrizione specifica di quello che abbiamo scritto (e pubblicato) e di come in passato abbiamo lavorato in squadra. I migliori CV sono quelli che descrivono anche la personalità del candidato e le sue soft skills, che a volte sono addirittura più importanti delle hard skills.
3. Perché tanti CV vengono cestinati dopo solo un’occhiata?
Perché fanno pena! E’ giusto che siano cestinati perché non riescono a promuovere il candidato. Basta poco: un errore di battitura, un formato poco chiaro, una scelta sbagliata di parole. Ma forse il motivo più ricorrente è che il CV non fornisce delle prove inconfutabili che il candidato possiede davvero determinate competenze. Certo, è un lavoro impegnativo, ma vale la pena investire tempo ed energia. Alla John Cabot nella mia classe di Comunicazione aziendale passiamo un intero semestre a scrivere il curriculum, e i risultati si vedono. Mai sottovalutare l’impegno richiesto per redigere un ottimo CV.
4. La disoccupazione sta toccando livelli storici e tanti ragazzi si lamentano di non riuscire a trovare lavoro nonostante inviino tantissimi CV ogni giorno. Secondo lei cosa sbagliano? Quali sono le cause del loro fallimento?
Molti fanno lo sbaglio di pensare che esiste il ‘CV universale’ che può essere mandato a tutti indistintamente dal tipo di azienda e offerta di lavoro. Sbaglio enorme: ogni azienda e ogni lavoro hanno esigenze diverse. Di conseguenza, ogni CV deve essere personalizzato alle richieste specifiche di un lavoro specifico. Si capisce immediatamente quando un CV è ‘standard’ ed è stato inviato a dozzine di altre aziende. È come se cercassimo di trovare una bella ragazza con cui andare a cena il sabato sera e per trovarne una mandiamo lo stesso identico email di invito a 50 ragazze. Non funzionerebbe!
Fonte: http://www.lavoroeconcorsi.com/come-scrivere-cv-senza-venire-cestinati#ixzz4lTpw2y6B