Dal bullismo al cyberbullismo. Siamo davvero nell’era del progresso?

​Se si entra un secondo su internet e si cerca su Wikipedia la voce “bullismo“, i nostri occhi non leggeranno altro che queste parole: “Il bullismo è una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione come bersagli facili e/o incapaci di difendersi”.

Gli amici psicologi poi cercano di spiegare ancora meglio le caratteristiche di questi atti che altro non sono se non manifestazione di viltà. Il bullismo, ci dicono, dunque, si basa su tre principi fondamentali: intenzionalità, persistenza nel tempo e asimmetria nella relazione.

In questo quadro generale fatto di abusi e soprusi, a volte fisici e a volte psicologici, si inserisce una nuova frontiera evolutiva (perché stiam pur sicuri che anche il male si evolve) di bullismo: il cyberbullismo.

“Il cyberbullismo è mobbing in Internet, infatti, per designarlo si usano anche i termini cybermobbing e internet mobbing. Viene messo in atto mediante l’uso dei media digitali e consiste nell’invio ripetuto di messaggi offensivi tramite sms, in chat o su facebook per molestare una persona per un lungo periodo”.

Gli autori di tali atti, minacce, ricatti e pressioni psicologiche, prendono il nome di “bulli” o, nel caso si coalizzassero verso un individuo, di “branco”. Questi “terroristi delle coscienze”, e questo è l’aspetto più disarmante, sono spesso persone che la vittima conosce, ha incontrato a scuola o, comunque, in qualche associazione.

Il confine tra un comportamento che resta scherzoso e uno che è percepito come offensivo non è così netto. Il cyberbullismo inizia laddove un individuo si sente importunato, molestato e offeso.

È lecito chiedersi, a tale proposito, allora: quali sono i fattori per cui un bambino diventa sistematicamente aggressivo nei confronti dei suoi compagni? Il modo di comportarsi di un bambino/adolescente è influenzato da una molteplicità di elementi che interagiscono, in maniera positiva o negativa, formandone la sua personalità. Ebbene, allora, nell’era del progresso, nell’era in cui le nostre attenzioni assecondano la psicosi di attacchi terroristici, nell’era in cui i nostri occhi riescono a vedere tutto ciò che immaginiamo, ognuno di noi dovrebbe adoperarsi per usare gli occhi della coscienza, prodigarsi nell’educazione più completa nella ferma consapevolezza che, nel XXI secolo, l’ignoranza non può generare ancora mostri; nella ferma consapevolezza che nel XXI secolo l’ignoranza debba arrendersi alla conoscenza!

 

 

 

 

 

 

Alex Amiconi

Redazione - Il Faro 24

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