Negli ultimi cinque anni il nostro Abruzzo ha perso centralità e competitività, e questo principalmente a causa di gestione politico-amministrativa, quella dell’Amministrazione Marsilio, caratterizzata dalla carenza totale di qualsiasi azione di programmazione organica e strutturale che sapesse leggere la Regione in tutte le specificità dei suoi territori.
Questo è stato il governo regionale della parcellizzazione degli interventi, dei contributi a pioggia, di sostegni che nulla hanno a che vedere con propri e veri investimenti sui territori. Una mancata visione complessiva che si è concretizzata nell’assenza di azioni efficaci in termini di programmazione sanitaria, di politica industriale e del lavoro, di sostegno all’artigianato, all’agricoltura, di difesa del territorio rispetto allo smantellamento dei servizi, a partire da quelli bancari, in tema di connessione tra ricostruzione e rigenerazione, di valorizzazione e rilancio delle aree interne, di una politica sociale e dei servizi educativi.
Una situazione a fronte della quale la nostra Regione, che si apre al prossimo quinquennio, ha bisogno di un radicale cambiamento e di un progetto politico-amministrativo che superi i confini territoriali, guardando all’Abruzzo nella sua interezza, come ad un territorio che vuole e deve crescere tutto insieme, cancellando la dinamica di un Abruzzo a basse e diverse velocità.
L’esigenza avvertita, in questo tempo, dai territori, dagli amministratori, dalle diffuse e significative esperienze civiche delle nostre realtà, è quella dunque di mettere al centro l’Abruzzo nel suo complesso, di far partire dal basso le scelte, di partecipare alla costruzione di una pianificazione politica che si ponga come alternativa alla logica delle decisioni assunte altrove.
E’ arrivato il momento che tutte le scelte fondamentali per il nostro territorio vengano assunte in Abruzzo, invertendo la logica di colonia romana messa in campo dalla destra di governo. Il nostro territorio non può più essere considerato come chiave di volta di equilibri nazionali.
Abbiamo apprezzato e condiviso il lavoro del tavolo politico di confronto che, sulla scia della prima iniziativa svolta a Teramo, i consiglieri regionali di opposizione hanno avviato il 21 luglio, con la partecipazione ampia delle forze politiche e civiche, così come riteniamo positivo l’esito della piattaforma programmatica che si è definita nei giorni scorsi.
Adesso è il tempo di rilanciare e accelerare il percorso del tavolo di regia politica su base regionale, nella consapevolezza che costruire un’alternativa a questo governo regionale deve essere per noi un imperativo morale: alternativa che non può prescindere dall’apertura costruttiva, che vada oltre il perimetro partitico e che si proietti verso l’aggregazione, attorno ad un progetto comune, di tutte quelle esperienze che hanno dimostrato proprio in Abruzzo di saper ricucire e valorizzare il rapporto tra partiti, forze civiche, progressiste e riformiste, movimenti e cittadini.
Ovviamente per poter camminare insieme verso un progetto politico vincente, esperienze civiche e forze politiche devono essere in un rapporto paritetico. Solo un percorso così costruito consente infatti di aprire una porta politico-amministrativa alla società civile ed avere un consenso vero, solido, strutturato.
Abbiamo davanti una sfida molto più importante dei particolarismi di ciascuno di noi. In questo contesto, insieme ed in modo partecipato, con la spinta del territorio e la società, è indispensabile individuare una figura che, oltre gli schemi tradizionali, sia capace di aggregare intorno a sé un consenso ampio e trasversale, in grado di suscitare entusiasmo, riconosciuto dalla comunità abruzzese, con la consapevolezza che vinceremo le prossime elezioni se sapremo sentirci uniti intorno ad un progetto innovativo e coraggioso nelle idee, nei modi di fare, nei volti.
Oggi è decisivo essere disposti a fare un piccolo passo indietro rispetto alle proprie ambizioni individuali e di parte, per farne uno più grande in avanti, in favore di una comunità che crede ci possa essere una alternativa alla destra che dinnanzi alla complessità del governo della cosa pubblica ha da tempo fornito in Abruzzo risposte inadeguate.
Le forze civiche d’Abruzzo ci sono. Torniamo, ora, a sederci insieme, ascoltando i territori, per il confronto decisivo che ci consenta di individuare subito il miglior interprete del Patto con l’Abruzzo, che il futuro della nostra Regione ci ha chiesto di scrivere insieme.