Dalle porte del Bosforo alla terra tra i due fiumi: mostra all’Aquila Sabato 30 settembre

 

 

di Stefano Ianni

 

Continua il ciclo delle acque arrivando alla terra tra due fiumi: da aprile a giugno 2017 dalle salite che da Tophane vanno verso Piazza Taksim inerpicandosi nel quartiere per stradine come Cezayir Sokağı, una strada a scalinata, con locali a destra ed a sinistra che collega i distretti di Beyoğlu e Tophane, la prima mostra del ciclo Mar Giallo di Stefano Ianni si è svolta presso la RussoArt Gallery di Istanbul con la NeoArt Gallery di Ferdan Yusufi e Giorgio Bertozzi. Il 21 giugno con il solstizio d’estate presso lo spazio “UsoMagazzino” di Pescara una selezione dell’omonimo ciclo è stato esposto insieme ad un’installazione di Lucio Rosato “per cielo e per terra” inaugurando il nuovo ciclo di incontri denominato “accoglienze” fino a quasi tutto il mese di luglio. Il 26 agosto in un’unica giornata, dall’alba al tramonto, l’allestimento di un intero trabocco ha permesso di adeguare l’intero ciclo del Mar Giallo in un’unica grande installazione presso il Trabocco “Sasso della Cajana” di Marino Verì in località Rocca San Giovanni, Vallevò (CH).

 Ora è la volta, finalmente, dell’Aquila. Sabato 30 settembre presso Pile Island/la terra tra i due fiumi sarà possibile visitare un nuovo adeguamento installativo del ciclo Mar Giallo presso

 

quest’amena località a ovest dell’Aquila. L’allestimento delle opere sarà accompagnato da una performance a cura della violoncellista Flavia Massimo, con musiche della stessa esecutrice e della compositrice Roberta Vacca.

 

Mar Giallo, l’ultima ricerca del pittore, è ispirata al mare inteso nelle sue tante accezioni ma soprattutto come flusso continuo, il “fluctus” latino inteso come onda tutelata dal dio Nettuno poi il colore giallo simbolo di vita e di gioia di vivere, di allegria e di immaginazione. Questi due concetti creano insieme opere intense e di grandissimo impatto realizzate usando tessuto in pile, gommapiuma, pellicole trasparenti e compensato, come avviene nella più grande per dimensioni (200X360) di esse dal titolo, appunto, “Grande Mar Giallo” composta da ben 52 pannelli, in cui Ianni “immerge completamente l’osservatore in un’installazione verticale che contrasta con il bisogno rassicurante di un “mare orizzontale” e rafforza il senso di spaesamento dello spettatore”. Inizia così un vero e proprio viaggio di scoperta guidati da un’onda gialla che ti fa imbattere in indefinite creature marine che hanno il tratto denso e potente che semplifica e cancella i particolari e ne evidenzia la forza e la capacità di attrazione. Sono “Mostri Gentili” (da “un’opera  quasi completamente gialla intitolata  Mostri Gentili, che illustra la raccolta di poesie omonima di mia madre Anna Ventura, io ritrovo i germogli che mi hanno portato a questo nuovo lavoro insieme anche ad una serie di opere dove la materia è messa sottovuoto e dove su tutto, domina il giallo”) che guidano lo spettatore a non perdere la rotta dell’esperienza visiva e, al tempo stesso, sono elementi che ci riportano alla realtà, al nostro ambiente, che sia mare, terra o cielo. Sono queste creature a prenderti per mano e a narrarti la storia di Mar Giallo, a raccontarti l’emozione di un luogo ancestrale fatto di mistero, dominato dalla bellezza e dalla purezza di una forza vitale e positiva.  “Tutti questi lavori recenti, legati al cambiamento radicale della mia vita dopo il terremoto che ha distrutto la mia città, tendenzialmente si offrono al pubblico – spiega Stefano Ianni – Quando ho iniziato ad utilizzare pelliccia sintetica, quando non è messa sottovuoto, volevo che le mie opere fossero toccate, era un modo per far interagire il pubblico con il mio lavoro. Adesso l’elemento dirompente è il giallo. Questo tipo di giallo molto forte ed intenso, molto saturo e carico che suggerisce il massimo della positività. E’ un colore molto vicino alla spiritualità del bianco, allo stesso tempo ha una grande carica di energia fisica, residuo della luce solare. Insieme a questa forza vitale c’è il tema del mare che deriva sia dalle dimensioni del lavoro, perché ho realizzato oltre cinquanta  pannelli, sia dagli elementi visivi che dialogano con il giallo. Anche questi sono resti delle mie ricerche precedenti sulla natura morta.

 

 

 

 

Redazione - Il Faro 24

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