Decennale del terremoto dell’Aquila, una stele in ricordo di 4 giovani marsicani

Un simbolo, un’opera che li ricorderà per sempre, posizionata vicina al monumento realizzato per le vittime del terremoto del 1915, quello che rase al suolo Avezzano e colpì duramente l’intera Marsica.

La presidenza del Consiglio del Comune di Avezzano, a guida di Iride Cosimati, in occasione del decennale del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009, ha organizzato lo svelamento di una stele che verrà posizionata ai piedi del Monte Salviano.

L’opera, il cui progetto è stato donato dall’ingegnere architetto Giancarlo Cardone, è stata realizzata per onorare la memoria delle quattro vittime, quattro giovani studenti, di origine marsicana, che 10 anni fa hanno perso la vita nel terremoto dell’Aquila, nella città in cui avevano scelto di studiare e di investire sul proprio futuro.

“Sono passati dieci anni dalla tragedia”, commenta la presidente del Consiglio Cosimati, “ma il dolore per le oltre 300 vittime è lo stesso di allora. Non ci lascia mai e non ci lascerà mai. Abbiamo organizzato una giornata commemorativa che onori la memoria dei quattro ragazzi di origine marsicana che sono morti all’Aquila, in collaborazione con le famiglie. Sono Giulia Carnevale, che viveva ad Arpino ma la cui famiglia era di Avezzano, Alessio Di Pasquale, di Avezzano, Rossella Ranalletta di Celano e Luigi Cellini di Trasacco. La mattinata inizierà alle 10 con la messa in Cattedrale, poi alle 11 l’appuntamento è nella sala consiliare del Comune con un consiglio comunale straordinario e infine alle 12.45, lo svelamento della stele, ai piedi del Monte Salviano, non lontano dal monumento alle vittime del terremoto del 1915”.

All’evento sono state invitate autorità civili, religiose e militari.

“La forma del libro richiama il fatto che le vittime erano giovanissime e studenti, le pagine sono costituite da quattro fogli, uno per ognuno di loro”, spiega l’ingegnere Cardone che ha realizzato il progetto, “il libro è rivolto verso L’Aquila, il luogo dove i quattro giovani hanno perso la vita. Le pagine presentano l’incisione di un sismogramma che prepotentemente si alza e spezza il libro, così come spezzò le vite dei ragazzi. Il segnalibro sta a significare il ricordo, così come si usa per non dimenticare la pagina dove ci si è fermati a leggere. Le pagine rimangono in bianco in modo che nessuna parola possa sostituirsi al pensiero di chi osserva”.

Redazione - Il Faro 24

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