L’idrogeno verde per il rilancio industriale e infrastrutturale del centro Italia non è soltanto un’idea che il Movimento 5 Stelle sostiene fortemente in Parlamento. Oggi è una proposta del Ministero dello Sviluppo Economico che comincia a prendere forma dopo il primo accordo firmato tra le città di Cittaducale, Rieti e Antrodoco, con le società Ancitel Energia e Ambiente, Aecom e Cinque International.
Questa nuova fonte energetica, dopo le sperimentazioni concluse con successo nella Bassa Sassonia, è ideale per abbandonare il gasolio ancora oggi usato per alimentare le motrici nei tratti ferroviari dove l’elettrificazione è difficoltosa e, in generale, per ripensare l’alimentazione di tutto il trasporto su gomma.
Sono estremamente lieta che l’idrogeno ottenuto da fonti rinnovabili e pulite sia stato preso in considerazione per alimentare i treni e che la prima tratta che farà da apripista a questa nuova tecnologia sarà la Sansepolcro-Sulmona. L’innovazione ecologica e tecnologica attraverserà territori che rappresentano il cuore verde dell’Italia, che vanno assolutamente tutelati e che potranno rappresentare una vetrina del Green Deal Europeo, un modello da imitare a livello internazionale.
L’idrogeno sarà impiegato anche nell’industria chimica e siderurgica. Oltre a contribuire alla decarbonizzazione e all’abbassamento delle emissioni di CO2 in atmosfera e di inquinanti nell’aria che respiriamo, l’idrogeno verde offre alle aree interne, dove lo spopolamento sembra inesorabile, una grande occasione per nuovi posti di lavoro dediti proprio alla produzione di questo nuovo combustibile che dovrà essere prodotto in prossimità dei luoghi dove verrà consumato. Il Km zero in questo caso è un termine perfettamente appropriato.
Le aree interessate dal sisma del 2009 e quello del 2016, con la ricostruzione, rappresentano lo scenario ideale per iniziare a ripensare i vecchi modelli tradizionali di sviluppo, utilizzando le più avanzate tecnologie ambientali, iniziando proprio dall’uso dell’idrogeno ottenuto da fonti rinnovabili, per attuare un nuovo modello basato anche sulle comunità energetiche.