Discorsi sul calcio con… mister Andrea Di Nicola

Andrea Di Nicola, allenatore del Venere Calcio

 

In attesa che il campionato di Prima Categoria entri nel vivo, MarsicaSportiva ha incontrato Andrea Di Nicola, neo-allenatore del Villa San Sebastiano ed ex Venere e Pescina, per un face to face calcistico. Si è parlato di calcio in generale, di Serie A, moduli di gioco, calcio giovanile… ma anche di esperienze passate, organizzazione di gioco, oltre all’importanza di avere persone esperte in squadra. Buona lettura…

 

Mister Di Nicola, sei ritenuto essere uno degli allenatori più promettenti del panorama dilettantistico marsicano. Cosa ne pensi in merito?

Penso semplicemente di essere un ragazzo a cui piace molto il calcio, per me è una grande passione e un divertimento sin da quando ero piccolo e adesso che ho la possibilità di studiarlo e di viverlo dal vivo come allenatore lo faccio al massimo per cercare di migliorarmi sempre di più.

 

Dove nasce la tua passione per allenare?

Fare l’allenatore è stata sempre una cosa che vedendola al di fuori mi suscitava un grande interesse e poi pensare di smettere di giocare a calcio e non proseguire con altro non era da me e così, per la contentezza di Deborah (sua moglie ndr) ho continuato a coltivare la mia passione, quella di allenare. Scherzi a parte, devo ringraziare mia moglie perché mi sta sempre vicino e mi supporta  in tutto.

 

Tutto ebbe inizio in quel di Pescina. Come giudichi quell’esperienza durata 3 stagioni?

Un’esperienza importante, la prima  da allenatore che mi ha dato modo di iniziare il mio percorso. Ma ripensandoci adesso, dopo qualche anno la mia scelta è stata abbastanza  azzardata, comunque il Pescina iniziava da zero dopo il fallimento della Valle Del Giovenco, non conoscevo nessuno a parte il mio amico ed ex direttore Gianmario Di Nicola, il primo anno da allenatore poteva essere un’ arma a doppio taglio ed invece è stata una stagione trionfale, vittoria del campionato meritatissima al primo colpo con un gruppo fantastico e stagione che rimarrà per sempre nel mio cuore. Il secondo  anno abbiamo stilato un bilancio abbastanza positivo, da neo promossa siamo arrivati terzi ad un soffio dai play off dietro a due corazzate come Venere e San Pelino. Il terzo anno già ad inizio stagione si era rotto qualcosa ma decisi di rimanere, soprattutto per il rispetto che c’era e che ancora nutro per il Presidente Nino Tarola, ma dopo 9 giornate con 7 vittorie consecutive un pareggio e una sconfitta a San Benedetto, dove eravamo terzi in classifica a due punti dalla prima, decisi di abbandonare e di lasciare, non mi divertivo più e non mi sentivo più parte integrante di quel progetto e così è finito quel ciclo fatto di tante soddisfazioni.

 

L’anno scorso, a Venere, hai riproposto il tuo 4-3-3. E’ utilizzabile ovunque oppure, se si hanno calciatori che non si sposano col modulo, bisogna cambiare? A tal proposito, quanto conta per te il modulo?

Il 4-3-3 è il modulo che mi piace di più, ogni allenatore ha il suo marchio di fabbrica ma sicuramente se non si hanno degli interpreti giusti bisogna impostare la squadra guardando alle caratteristiche dei propri giocatori e adattarli ad un modulo di gioco più consono ed efficacie. Il modulo è importante perché stare bene in campo ti permette di affrontare le partite nel miglior modo e poi una squadra impostata tatticamente e bene in campo e organizzata la riconosci subito.

 

A proposito di organizzazione, è quella che in molti ti hanno riconosciuto lo scorso anno alla guida del Venere. Nonostante steste lottando per una salvezza tranquilla, avete messo in difficoltà anche alcune big ed ottenuto un pareggio a Carsoli quando era impensabile uscirne indenni. Come si arriva ad avere una squadra organizzata la domenica?

Il primo obiettivo che mi pongo quando vado ad allenare in una squadra è quella di dare subito un’organizzazione che possa dare alla squadra una certa stabilità ed un certo equilibrio, lavorando molto sul campo, io penso che sia la migliore soluzione. Lo scorso anno anche se non è stato abbastanza facile per l’indisponibilità di tutti i ragazzi negli allenamenti durante la settimana, abbiamo dato filo da torcere a molte squadre ed i pareggi sia all’andata che al ritorno con il Real Carsoli sono stati l’esempio di quanto bene abbiamo lavorato.

 

A coadiuvare il tuo lavoro c’è, da due anni, Sante Occhiuzzi che funge da preparatore atletico. Quanto conta averne uno in squadra ed in cosa si differenzia l’avere o no una figura esperta in ambito “atletico”? Ovviamente, parlando di Occhiuzzi, non possiamo non fare riferimento anche alle sue doti tecniche ed alla sua esperienza calcistica…

Sante è immortale, la sua voglia di allenarsi e il suo spirito fanno invidia a chiunque, trasmette al gruppo una mentalità a mio modo di vedere di sacrificio e di esperienza soprattutto ai ragazzi più giovani che lo prendono da esempio. È il secondo anno che lavoro con lui, quest’anno ufficialmente oltre che a giocatore è il preparatore atletico della squadra e sta svolgendo un ottimo lavoro e in accordo con me sta preparando la squadra per raggiungere prestazioni tecniche che possano poi rispecchiare il mio lavoro e quello che chiedo alla squadra durante la settimana. Penso che sia la sua una figura chiave anche in ambito psicologico, oltreché atletico.

 

Nelle categorie dilettantistiche si fa fatica, quando non si hanno grandi patrimoni a disposizione, ad allestire squadre competitive e bisogna spesso adattarsi a lavorare con “quello che passa il convento” oppure a ripiegare su over che girano i campi locali da anni. C’è una soluzione a tutto ciò?

Secondo me gli over non sono un ripiego ma sono delle persone esperte che in queste categorie oltre a dare esperienza danno all’allenatore una certa affidabilità non solo a livello tecnico ma anche a livello di disponibilità, il calcio purtroppo non è più come prima dove si aspettava la domenica come se fosse un giorno importante di festa, ai ragazzi piace divertirsi, non c’è più spirito di sacrificio e tutti pretendono sia il posto da titolare che dei rimborsi esosi, la prima domanda che ti pongono quando li chiami è “mister quanto mi danno? E chi c’è in squadra?”. È assurdo… Per fortuna non tutti sono così… La soluzione è difficile trovarla purtroppo per colpa di diversi fattori… rimpiango molto i tempi di quando io ero ragazzino… Comunque io sono stato sempre abituato nelle società dove sono stato ad adattarmi e a lavorare con quello che avevo a disposizione, secondo me sono esperienze che poi ti fanno crescere a livello caratteriale e ti danno quel pizzico in più di esperienza indispensabile per questo ruolo.

 

In un’intervista che rilasciasti a MarsicaSportiva un paio di anni fa, dicesti che il tuo modello di allenatore era Maurizio Sarri. Sei ancora convinto di questo e, se sì, perché?

Sì, sono ancora convinto di questa cosa, mi piace perché è un allenatore molto preparato ed è arrivato ad un livello così alto con tanta gavetta alle spalle dopo anni e anni di studio, è riuscito con il suo modo di allenare, con la sua mentalità, a dare alle squadre in cui ha allenato un’organizzazione di gioco spaventosa. Cura in modo perfetto e meticoloso tutti i dettagli e quello a mio avviso oltre che ad essere un professionista puro è anche il frutto di ore ed ore di studio.

 

Quanto ed in che modo è cambiato il tuo modo di vedere il calcio da quando hai iniziato ad allenare rispetto a quando giocavi?

Tantissimo, non è più il calcio di prima fatto di tanto agonismo, adesso anche in prima categoria vedi squadre che hanno una buona organizzazione tattica e curano i minimi particolari… forse a livello tecnico non c’è più l’individualità che ti può fare la differenza, adesso tutti corrono e si sopperisce al livello tecnico ma a livello organizzativo c’è stato a mio modo di vedere un netto miglioramento.

 

Da persona che ha modo di avere a che fare un po’ con tutto il calcio marsicano, dai più giovani alle maggiori categorie dilettantistiche, pensi che ci siano personaggi che possono avere un futuro nel calcio che conta? Hai avuto modo di assistere alle giocate di qualche giovane promessa?

Lo scorso anno ho visto qualche partita della Marsica Calcio categoria allievi ed ho notato che ci sono molti ragazzi bravi, uno di questi il mio compaesano Angelo Ranalli che da quest’anno milita nel settore giovanile dell’Ascoli, sono molto contento per lui che è un ragazzo prima di tutto molto serio, atleticamente molto forte e ha a mio avviso tutte le qualità per farsi apprezzare e farsi notare. Lì crescerà ancora di più.

 

Quale squadra vedi favorita per il prossimo campionato di Serie A? Napoli e Roma riusciranno a ridurre il divario che l’hanno separata negli ultimi anni dalla Juventus?

Secondo me le favorite sono Juventus al primo posto e poi subito dietro Napoli, Inter, Roma e Milan. La Juventus è una squadra molto forte e completa, non ha punti deboli e poi a mio avviso è forte mentalmente, difficile da battere. Quando sembra che sia caduta anche da sconfitte pesanti si rialza subito. Questo è un fattore importante.

 

Invece per il tuo campionato, quello di prima categoria, chi vedi favorita e dove collocheresti il tuo Villa San Sebastiano?

Quest’anno, vedendo il girone, a mio modo di vedere sarà un campionato molto duro e difficile, forse uno dei più equilibrati. È presto parlare ma geograficamente la maggior parte delle squadre sono più aquilane rispetto alle marsicane ed ho notato per esperienza che nell’aquilano è molto difficile andare a fare risultato, sono tutte squadre organizzate e tutti ragazzi bravi. Io vedo favorite Real Carsoli, New Team Pizzoli e Tornimparte, squadre forti che conoscono bene la categoria, poi subito dietro San Benedetto Venere che con la squadra che ha e un attaccante come Altobelli può inserirsi bene nella lotta al titolo, anche se poi a mio avviso in un campionato come quello di prima le individualità contano a poco, chi ha un gruppo forte che si allena e da continuità sul campo può farcela. Noi, non mi voglio sbilanciare ma se riusciamo ad essere compatti e daremo continuità al lavoro che stiamo facendo, potremmo inserirci in quel gruppetto che potrà lottare per il play off fino alla fine, ma questo dipenderà tutto da come sarà la stagione, dipende da tanti fattori e anche da un pizzico di fortuna.

 

Mister ti ringrazio per esserti concesso a MarsicaSportiva e ti faccio il più grande in bocca al lupo per il proseguo della stagione e per le tue avventure future.

Grazie a te sempre professionale e disponibile

 

Domenico Di Natale

 

Andrea Di Nicola, nuovo allenatore del Villa San Sebastiano. Nella foto nei panni di giocatore de L’Aquila Calcio

 

 

 

 

Redazione - Il Faro 24

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