Riportiamo fedelmente il comunicato giunto dalla Questura dell’Aquila:
I fatti
La donna riporterà delle contusioni multiple ed ansia reattiva, giudicate guaribili in 10 giorni.
L’attività di indagine
Personale della Squadra Mobile, per modalità di esecuzione e per specifica conoscenza del territorio e della fenomenologia, indirizzava le investigazioni su soggetti di nazionalità straniera, riuscendo ad acquisire, preliminarmente, informazioni confidenziali di significativo interesse, che unite all’attività di acquisizione dei files video estrapolati dalle telecamere di videosorveglianza installate presso il citato istituto bancario della Carispaq e della limitrofa gioielleria L’Etoile (sita in Via Urbani, strada che interseca Viale A. De Gasperi), consentivano di ricostruire l’evento delittuoso sin dalla sua preparazione.
Ulteriore attività, effettuata sul social network “facebook”, permetteva di rilevare la presenza di un account registrato col cognome di uno dei due albanesi e di acquisire le foto del predetto, che subito sono apparse corrispondenti a quelle delle telecamere riproducenti i rapinatori.
Si accertava, inoltre, che i due i soggetti ripresi, erano stati ospitati sino al giorno 1 marzo 2013 presso l’abitazione aquilana di un connazionale, rivelatosi estraneo ai fatti.
A corroborare le indagini sull’identificazione dei due rapinatori anche il riconoscimento dei giubbotti da loro indossati fatto da alcuni testimoni e dalla vittima stessa;
Ulteriori conferme venivano trovate nelle verifiche effettuate in banca dati e grazie all’ausilio dell’Interpol (Divisione Si.Re.Ne del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia) e dell’Ufficio di Collegamento Italiano Interforze in Albania, che permettevano di identificare compiutamente i due albanesi, entrati nel nostro paese con regolare passaporto e documenti di espatrio rilasciati dalle autorità del loro paese.
Dall’analisi degli ingressi in Italia di entrambi i soggetti si determinava che i predetti, il giorno della rapina, si trovavano sul territorio dello Stato italiano.
Determinante anche l’attività di acquisizione e analisi dei tabulati dei telefoni mobili in uso agli indagati, che hanno premesso di rilevare la loro presenza a l’Aquila nel giorno della rapina, nei giorni precedenti ed in quelli successivi: le due utenze cellulari, in particolare, in orario antecedente e susseguente alla rapina si trovavano in quel luogo giacché generavano traffico anche tra loro.
I due stranieri vengono ripresi dal circuito di videosorveglianza mentre transitano a piedi proprio davanti alla Carispaq circa trenta minuti prima della rapina; ulteriore passaggio nei pressi del luogo teatro dell’evento viene fissato dalla ripresa della telecamera installata presso la Gioielleria L’Etoile.
Le determinazioni dell’Autorità Giudiziaria
Si rappresenta che il Tribunale dell’Aquila, il 21.10.2013, ha condannato i due albanesi a 10 anni di reclusione per rapina aggravata e lesioni personali.
Le ricerche
Venivano successivamente diffuse le ricerche dei due catturandi in campo internazionale, ed avviate le indagini dagli agenti della Squadra Mobile aquilana in collaborazione con la polizia albanese per il tramite dell’ufficiale di collegamento italiano a Tirana, che permettevano di scoprire che: