Siamo nell’anno di grazia 1619 in quel di Castrum Novum “Giulianova” .
Ernestina, figlia di Alberico pescatore e di Ave massaia e levatrice, nasce Campli nel 1598, dopo varie vicessitudini e carestie la sua famiglia decide di trasferirsi in quel di Giulianova anche per via del lavoro del padre.
Cresce in una umile dimora costruita vicino al mare, poco più di una baracca in legno dove vi era un semplice giacilio fatto di paglia e pietre per dormire.
Con il passare degli anni impara le arti domestiche cercando di aiutare la madre nelle faccende di casa e vendendo il pesce al mercato.
All’età di 17 anni Ernestina invogliata dalla Zia materna Berenice, ostetrica del paese,decide di imparare le arti dell’alchimia e della farmacia.
Questa anche se ancora non se lo immaginava sarà la sua condanna a morte, infatti quattro anni dopo ormai abile farmacista Ernestina viene accusata di essere una strega.
Farmacista e secondo l’accusa Meretrice ebbe una figlia senza aver marito, sempre pronta ad aiutare gli altri preparando unguenti e pozioni ricavate dalla mistura di erbe medicinali ora doveva difendersi da una accusa calunniosa e molto pericolosa.
Omertosamente nessuno dei suoi “pazienti” ai quali molte volte salvo la vita disse una parola in sua difesa, quello che il Santo Uffizio proclamava era legge e nessuno poteva opporsi, pena essere tacciato di collaborazionismo e subire la stessa sorte dell’imputato.
La neonata figlia Francesca di 1 anno venuta alla luce dopo un incontro amoroso con un giovane del paese, che non volle riconosce la paternità, soffre di quelle che oggi vengono definite “crisi epilettiche infantili” ma che all’Epoca erano viste come MALEFICIO .
E cosi da un giorno all’altro la giovane Ernestina di soli 21 anni si trova ad essere accusata di stregoneria e di conseguenza viene chiusa in carcere, spogliata, torturata, processata e nonostante lei si reclami innocente viene ammonita dal vescovo ad abbandonare sotterfugi e menzogne confessando la verità.
Ma dalla sua giovane bocca escono solo lamenti e preghiere, viene separata dalla figlia, rimandata in carcere.
Dopo pochi mesi la sentenza è quella del ROGO. Accusata di essere ” Malissima donna e tiene nome di pubblica fatucchiera, donna di malissima vita !“ La fine della storia è ancora più triste e riecheggia nei secoli fino a noi, in quanto anche la piccola Francesca fù accusata di essere posseduta dal Diavolo e quindi ancor più pericolosa della madre stessa. E verrà condannata alle stesse sorti della madre.
« Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.
Te decet hymnus Deus, in Sion, et tibi reddetur votum in Ierusalem
Exaudi orationem meam; ad te omnis caro veniet. »
( Cicchetti Ivan )