Ex Carichieti. Nessuna richiesta di archiviazione per i due commissari di Bankitalia: le indagini continuano.

Continueranno per altri sei mesi le indagini della Procura di Chieti sui due commissari inviati dalla Banca d’ltalia sott’accusa per presunta bancarotta fraudolenta, Francesco Bochicchio e Salvatore Immordino, quest’ultimo attualmente al vertice dalla Rev Spa Gestione Crediti dove confluiscono crediti deteriorati tra cui quelli della ex Carichieti e Banca Etruria. Al momento, per i due commissari non c’è stata richiesta d’archiviazione nè di rinvio a giudizio ma non si arresta l’attività della Procura, intenzionata a fare luce sulla vicenda.

 

Come ricostruito sul quotidiano Il Centro, tutto è partito dalla sentenza del giudice fallimentare Nicola Valletta e dalla frase a pagina 61: “Risulta che in atti non vi sono elementi che consentano di affermare l’esistenza di uno stato d’insolvenza al momento dell’avvio della risoluzione”. Era il mese di settembre 2014 e Bankitalia inviava i commissari. “Non vi è dubbio invece che l’insolvenza vi fosse al momento dell’emanazione del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa”. Era dicembre 2015 e “la Carichieti, proprio in conseguenza delle misure adottate nell’ambito del procedimento di risoluzione, non presentava più alcun elemento nell’attivo patrimoniale a fronte di passività per 45 milioni di euro”. L’insolvenza, secondo Valletta, si baserebbe quindi “su perdite scaturite da rettifiche di valore netto dei crediti di cui però non è stata data alcuna giustificazione”. Quindi, prima il tribunale e poi la procura, hanno messo in dubbio l’operato degli ultimi amministratori della banca tra cui i due commissari. Oltre a ciò, Valletta non era stato messo in grado di verificare se la valutazione dei crediti di difficile o impossibile esigibilità “sia stata fatta correttamente o si sia invece rivelata troppo severa, con una svalutazione eccessiva che ha intaccato il patrimonio causando il dissesto”. Con decreto del 9 dicembre 2015 il Ministro dell’Economia e Finanze sottopone l’ex Cassa di Risparmio a liquidazione coatta amministrativa mentre l’11 dicembre Bankitalia nomina l’avvocato Bigerna commissario liquidatore e il professor Benazzo con gli avvocati Bochicchio e Tavecchio componenti del Comitato di sorveglianza.  Con provvedimento del successivo 14 dicembre, la Banca Centrale Europea dispone la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria nei confronti della vecchia Cassa di Risparmio. Da quel momento nascono la Nuova Carichieti (banca-ponte poi venduta a Ubi Banca), l’ex Carichieti (dichiarata insolvente nel luglio 2016 dal giudice Valletta) e la Rev Spa Gestione Crediti, amministrata da Immordino.

 

“Come mai una banca che, a fine anni ’90, aveva prodotto più di duecento milioni di utili lordi – interviene il Forum “Chi ha ucciso Carichieti?” attivo da alcuni mesi sui social – è stata sottoposta a qualcosa come quattro ispezioni e un commissariamento con criticità sicuramente evidenziate ma, comunque, non determinanti il deficit riscontrato? La vicenda relativa all’ex Carichieti continua, purtroppo, ad essere oggetto delle congetture più disparate. Rimaniamo in attesa delle conclusioni delle indagini da parte dei magistrati per appurare chi ne dovrà rispondere e in che modo”.

 

 

Redazione - Il Faro 24

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