FCD Cerchio, capitan Tucceri ci mette la faccia. L’intervista

C’era una volta il Cerchio dei record. C’era una volta la magia. Quella magia che, con 26 vittorie consecutive, traghettò il Cerchio sul gradino più alto d’Europa (2011). Quella magia che, a suon di prestazioni, condusse l’ASD Cerchio, dalla 2ª categoria, su fino alla Promozione. Su fino alla storia.
Poi, purtroppo o per fortuna, i sogni finiscono. E allora l’FCD Cerchio torna a restituire, a quello stadio con quel nome così importante, il calore che era rimasto nel cuore di ogni tifoso. Lo fa talmente bene che, in 3 partite, guidato da mister Franco Cistola, il Cerchio sembra avere già il campionato in tasca. Talmente bene che su quei sorrisi convinti di chi lotta e suda finalmente per il proprio paese compare la scritta “Siamo Tornati”. Talmente bene da non piacere. Talmente bene da non piacersi.
È così che, dopo appena 8 giornate, Franco Cistola viene esonerato. È così che, con lui, nel cuore dei ragazzi inizia a spegnersi l’entusiasmo. È così che, inspiegabilmente, inizia il declino.
In esclusiva ai microfoni di MarsicaSportiva.it è Luca Tucceri, capitano di quegli anni magici, bandiera della Cerchio sportiva, a metterci la faccia.

Capitani a confronto nel derby: Pierluigi Iacobucci e Luca Tucceri

 

Capitano, che cosa, secondo te, è mancato al Cerchio in questo girone di ritorno?

E’ venuta a mancare, per delle vicissitudini societarie private che rimarranno tali, l’armonia e la voglia di voler far bene. Vi è stata una spaccatura all’interno della società con delle dimissioni importanti. Dimissioni di alcuni dei padri fondatori di questo progetto.
Pur sposando la linea guida dei dimissionari, insieme a Domenico Continenza e con l’aiuto del Presidente Stefano Di Domenico, abbiamo comunque deciso di andare avanti per non far crollare il nostro sogno, che sicuramente continuerà, di dare una squadra al popolo di Cerchio.

 

Il derby, anche per chi come te ne ha vissuti tanti sulla propria pelle, è sempre una partita particolare. C’è davvero una differenza così netta tra le due compagini?

Il derby e’ sempre il derby… di per sé e’ una partita diversa e particolare. Dire che non c’è la differenza che si è vista domenica sarebbe troppo facile. Bisogna riconoscere i meriti dell’avversario, saper stringere e battere le mani a fine partita. Devo dire che fino al loro primo gol, vi è stato un certo equilibrio. Dopo, essendo rimasti anche in 10, non vi è stata più storia. Anzi riconosco che, sul finale, loro non hanno affondato più di tanto.Da sconfitte come questa non bisognerebbe perdere la lezione che ne viene. La Squadra, non per alibi, ha risentito della spaccatura della società e certe partite, purtroppo, sono anche figlie di ciò che è accaduto in società.

 

Un piccolo passo indietro. Siamo al 9 ottobre 2016. Derby di andata, inizio del campionato. Sembravate la corazzata da battere. Quanto ha inciso, secondo la tua esperienza, il cambio alla guida tecnica della squadra?

Il cambio della guida tecnica, che fa sempre parte della bufera che ci ha coinvolti, e’ stato lo spartiacque della stagione. Premetto che chi ha ereditato tale situazione si è trovato ad affrontare una marea di disagi, forse invalicabili per chiunque. I ragazzi si erano affezionati a Franco Cistola: ci stava mettendo anima, cuore e li faceva divertire molto.
Ritengo che abbia inciso in maniera importante sulle sorti della stagione.

 

Luca, il calcio, checché ne dicano tutti, è fatto anche di rituali, scaramanzie. Domenica ti abbiamo visto senza la tua cara numero 8. Come mai in una partita così questa decisione?

Conoscendomi, sai quanto tengo a quel numero.
Ma credo che sia solo un errore di distrazione da parte di chi compilava la distinta.
Dobbiamo migliorare anche in questo, lo faremo presto.

 

Capitano, prima del fischio di iniziò bellissimo il gesto dell’Aielli che ha voluto ricordare la grinta con cui, in una breve parentesi calcistica, hai saputo onorare anche la maglia giallo verde. Puoi commentare tu stesso, per noi, il momento?

Quello dell’Aielli e’ stato un gesto che porterò per sempre dentro di me.
Ricordo che già all’andata, nonostante io abbia segnato il gol che poi li vide soccombere, quando sono stato sostituito si alzarono a battermi le mani. Il gesto mi lasciò poi felice della vittoria stessa.
Avevo preparato delle sciarpe con la scritta ” Onore al vostro popolo… Onore al vostro tifo … ” che ho lanciato verso di loro prima del fischio d’inizio.
Non mi aspettavo questo riconoscimento. Permettimi di ringraziare pubblicamente il loro presidente, Francesco Di Stefano, e il loro mister, Drazen Pejanovic, per il pensiero avuto.
A Pejanovic, inoltre, rinnovo i complimenti per il derby vinto e per la splendida lettura di alcune marcature e movimenti fatti fare da alcuni loro elementi.

 

Capitano, nei momenti difficili, come quelli che sta attraversando il Cerchio ora, tocca alle bandiere, come lo sei tu, metterci la faccia. Che cosa ti senti di dire ai vostri tifosi?

Come detto prima, sia io che il mio compagno ed amico Continenza, non abbiamo mollato e ci abbiamo messo la faccia. Era doveroso per il bene della squadra e del Paese.
Ai tifosi chiedo scusa. Scusa per i risultati e per il derby perso in questo modo. Gli chiedo, però, di essere calmi e pazienti. Questi ragazzi hanno bisogno di sentirli vicini.
Sapevamo, anche se non lo speravamo, di dover pagare questo scotto per la nuova società.

 

Chiudiamo con una domanda che, a cinque giornate dal termine, mi sembra doverosa. A quasi 41 anni capitan Tucceri si concederà ancora un’altra stagione o decide di chiudere così?

Ormai sono già 10 anni che potrebbe essere l’ultimo (sorride). Spero, quindi, che anche questo sia l’ultimo! A parte la battuta, credo che si debba dare spazio ai giovani. Andare ad allenarmi è sempre un piacere e quindi credo che non mancherò. Se l’ambiente, però, sarà quello delle prime giornate, mai dire mai…
Colgo l’occasione della tua intervista, sulla scia del bel gesto dell’Aielli, per far capire che il campanilismo bigotto di una volta non può più esistere. Magari, un giorno, perché no, con l’unione delle due comunità si potrebbe costruire ed offrire una struttura moderna ed efficace ai nostri ragazzi.

 

E, allora, non possiamo far altro che augurarti un’altra stagione. Augurarti di scrivere un’altra pagina di storia. Una di quelle pagine che danno emozione. Una di quelle pagine che non possono far altro che diventare magia.

 

 

 

 

 

 

Alex Amiconi

Fonte MarsicaSportiva.it

Redazione - Il Faro 24

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