Il WWF commenta l’incidente di Montebello di Bertona
Spari a ridosso delle abitazioni e delle aree protette. Troppo scarsi i controlli. Ultimi giorni per chiedere il divieto di caccia nei propri fondi agricoli: gli interessati scrivano alla Regione
Assurdo incidente, ieri, nel territorio di Montebello di Bertona: un uomo, uscendo di casa, è stato ferito a una gamba da un colpo di fucile sparato da un anziano cacciatore che, a circa 200-250 m di distanza, era impegnato in una battuta al cinghiale.
La zona è a ridosso della Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF Lago di Penne, dove da tempo il personale segnala spari anche di notte tra l’area protetta e il centro abitato: “Il territorio vestino – sottolinea il direttore dell’Oasi Fernando Di Fabrizio – non può trasformarsi in un campo di battaglia. Si tratta di aree limitrofe alla nostra Riserva, frequentate da appassionati di natura, escursionisti e da tante persone impegnate nei lavori agricoli. Da anni segnaliamo, insieme ai residenti della zona, la pericolosità di una simile pressione venatoria”.
La stessa situazione si ripete in molte altre zone della nostra Regione, in particolare all’interno dei siti di interesse comunitario, dove sono giustamente in vigore forme di tutela che limitano diverse attività, ma che assurdamente non incidono in alcun modo sulla caccia e questo benché molti residenti segnalino di continuo spari nelle vicinanze delle proprie abitazioni.
Alla caccia ordinaria, già di per sé pericolosa per la pubblica incolumità com’è dimostrato, purtroppo, da decine di incidenti, si aggiunge quella effettuata dai cacciatori-selettori che utilizzano armi di grande gittata, come le carabine, anche vicino ai centri abitati. In pratica tra la caccia ordinaria e quella di selezione molte aree della nostra regione sono interessate da una costante pressione venatoria.
“Non è tollerabile che i cittadini rischino di essere feriti da colpi di fucile uscendo di casa o nei propri terreni privati – dichiara Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo. – Si organizzi una sorveglianza reale e degna di questo nome che tuteli chi vuole fruire del territorio facendo passeggiate, escursioni, osservazioni o lavorando il proprio terreno agricolo. È davvero assurdo che ci si debba preoccupare della propria incolumità mentre si svolgono queste attività, mentre a un piccolo gruppo di cittadini, che ha come hobby quello di uccidere animali, sia consentito di scorrazzare ovunque”.
Il WWF infine ricorda che chi vuole vietare la caccia o l’ingresso dei cacciatori nei propri fondi o terreni agricoli ha ancora qualche giorno di tempo per tutelarsi: può richiederlo alla Regione Abruzzo (si veda il banner allegato), entro il 27 ottobre, scrivendo al Dipartimento dello Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca.