“L’assessore Blasioli aveva chiesto, dopo sei mesi d’attesa, altri dieci giorni per chiudere il cantiere di via Trieste il 2 febbraio scorso. Oggi di giorni ne sono passati 16, non dieci, e il cantiere è ancora aperto, non solo: da ieri sono ripartiti gli scavi perché l’Aca si è accorta che, rifatta la pavimentazione nuova, nessuno aveva pensato di rifare anche i sottoservizi idrici, e allora tornano le ruspe, tornano le transenne, alla faccia di residenti e commercianti. A questo punto, a fronte del fallimento di un’amministrazione comunale che non è stata capace neanche di finire nei due mesi previsti un semplice riposizionamento di mattonelle, e non si parlava certo di rifare la Cappella Sistina, chiediamo se almeno per Pasqua, a fine aprile, il sindaco Alessandrini pensa di riconsegnare la strada alla libera fruizione della città”. Lo ha detto l’avvocato Berardino Fiorilli, Azione Politica, tornato in via Trieste per verificare la chiusura del cantiere, che però non è stato terminato come annunciato dall’assessore Blasioli.
“Oggi sappiamo perché né l’assessore Blasioli né i tecnici comunali si sono presentati alla seduta della Commissione Vigilanza convocata sedici giorni fa per parlare del problema – ha sottolineato l’avvocato Fiorilli -: la verità è che non sanno che pesci prendere su un cantiere aperto addirittura il 16 luglio, in piena estate, quando già i commercianti hanno dovuto ingoiare l’amaro boccone di rinunciare a oltre una trentina di parcheggi e di ritrovarsi con la polvere nel momento clou del passeggio balneare con l’illusione di una promessa riqualificazione. Un cantiere che prevedeva poca cosa, ovvero la sostituzione dell’asfalto con il posizionamento di sanpietrini e piastrelle in travertino, nulla a che fare con la maxi-opera di riqualificazione portata avanti dal centrodestra in via Firenze o via Piave, o via Mazzini, ma tant’è. I commercianti si sarebbero pure accontentati se le opere fossero finite, come da cartellonistica e da ordinanza, il 20 settembre, due mesi. E invece no: è passato Natale, è passato Capodanno, la Befana, stiamo arrivando a Carnevale e il cantiere, come testimoniano le foto scattate ieri, sta ancora al suo posto, con tanto di transenne d’acciaio e reti rosse a delimitare l’area teoricamente inaccessibile ai ‘non autorizzati’. Teoricamente perché poi in mezzo a buche, calcinacci e tombini scoperti ci passano pure i bambini per entrare nell’adiacente scuola elementare di via Milano, mentre gli operai a terra lavorano senza dire alcunchè. Sedici giorni fa abbiamo chiesto una Commissione per capire cosa fosse successo, ma l’incontro è stato desolatamente disertato da sindaco, assessori e tecnici che alla fine hanno mandato un povero funzionario che non sapeva neanche di cosa stessimo parlando, addirittura pensava che il cantiere facesse parte di un appalto più grande per 180 giorni di lavori, e non è così. Dopo la Commissione – ha ancora ricordato l’avvocato Fiorilli – l’assessore Blasioli ha tagliato corto sulle polemiche annunciando sui giornali che in dieci giorni le opere sarebbero state concluse, senza alcun accenno ai sei mesi di disagi comunque subiti dai commercianti e dai residenti. Abbiamo atteso non dieci, ma ben sedici giorni, siamo tornati sul posto, al 132° giorno di opere, e abbiamo trovato il cantiere di via Trieste ancora puntualmente aperto e i lavori lentamente in corso nella desolazione degli esercenti della zona. Che ieri hanno ricevuto un’altra ferale notizia: come previsto l’Aca si è accorta delle opere in corso e che il progetto non ha previsto il rifacimento anche della vecchia condotta idrica sottostante il nuovo massetto con tutti gli allacci alle abitazioni e ha deciso di intervenire. Tradotto: a partire da ieri sono arrivate nuove ruspe a smantellare il lavoro fin qui fatto, nuove recinzioni, nuove transenne e almeno fino al 23 febbraio via Trieste sarà ancora inaccessibile. Tutto questo ha il sapore di un’amara beffa per i cittadini che sono stati letteralmente presi in giro da un’amministrazione comunale incapace di gestire un cantiere di 200 metri, figurarsi un’intera città. Ora risottoporremo il problema alla Commissione chiedendo un sopralluogo sul posto e soprattutto di convocare la ditta impegnata sul cantiere per capire cosa stia accadendo”.