Domenica mattina, caldo, molto caldo. Oggi anche la sveglia è in ferie e lo smartphone si è dimenticato come si suona. Qualche anarchico raggio di sole prova a svegliarmi, filtrando dalla persiana appena sgarrata. Ci riesce.
“Dai sole, essù lasciami dormire… è domenica…”. Ma poi mi giro e, la vedo. Coperta solo dalla sua abbronzatura perfetta e dalla sua cascata di boccoli dorati. Con quella ciocca fuxia. All’improvviso essere stato svegliato non è poi così malaccio. La mia adorata…
Non resisto devo baciarla. Come sempre del resto, neanche ci provo a tenere per me qualche bacio, qualche carezza. Tutto per lei. Eccola, si sveglia: fa la furbetta, tiene gli occhi chiusi. Ma un sorriso la tradisce. Biscottina, ti conosco troppo bene.
Benessere, piacevolissimo benessere.
11:15. Siamo noi adesso, a svegliare lo smartphone. O meglio, lei. Lo stacca dal caricabatterie, addirittura collega il wifi. Ed eccolo, puntuale “drin!”: suono secco, pulito. La notifica di Whatsapp. Per farla breve è un messaggio di una sua amica. Messaggio risalente alle appena trascorse 10:30, “Ohh, è Carla: dice se vogliamo uscire in barca con lei, il Giancarlo (il marito) ed altri due amici: ma dice che la partenza è prevista più o meno alle 11:40 dal Porto Turistico di Pescara. Ci si vede al distributore di carburante”. Ci guardiamo, ci capiamo ed uno “YESS” svolazza nella camera da letto. In men che non si dica la mia bella avverte la sua amica Carla “se ci concedete 15 minuti di ritardo siamo dei vostri” e Carla “ma certo, vi aspettiamo!”.
Benessere, piacevolissimo benessere: di bene in meglio.
Accaldati, accaldatissimi, ma arriviamo in tempo. E mentre camminavamo svelti pensavo che Pescara diventa sempre più bella, che il Porto Turistico diventa sempre più bello. A due passi da tutto: da dove ci trovavamo mezz’ora prima, in zona Francavilla e da meraviglie come il Ponte sul Mare, letteralmente a due passi, ora.
Sopraffatti dal caldo e dal sorriso di ogni persona che incrociamo, siamo arrivati al punto d’incontro. Eccoli li, che fanno rifornimento alla barca. Che ha anche un bel nome: piccolo semplice, simpaticamente magico, sembra un tintinnio. Saliamo a bordo, ci salutiamo e in men che non si dica stiamo uscendo dal porto a velocità 2 nodi.
Le 12:50 circa. Ci viene precisato subito dal nostro capitano amico che, appena fuori dal porto, randa e fiocco (le due vele) verranno “filate”, ossia liberate alla forza del vento: si andrà a vela.
Dunque fino ad ora, la bella città marinara ci ha regalato porto e vento. Sono fortune ragazzi.
Dalla bella Pescara il timoniere punta la prua in direzione Ortona.
Andiamo di bolina, ingannando lo scirocco che soffia nella direzione opposta rispetto alla nostra destinazione. Con un abile gioco di angoli di fiocco e randa, il nostro equipaggio porta a casa, a tratti, fino a 6 nodi.
Il Capitano Giancarlo mi concede addirittura l’onore del timone per una diecina di minuti. Punto in direzione Ripari di Giobbe e mi godo la vita che in questo momento mi sta scorrendo corposissima nelle vene. Terminata la spiaggia di Pescara, inizia quella di Francavilla: con i tanti splendidi stabilimenti ed il mio adorato Pontile, alla “Sirena”.
Cedo il timone e mi piazzo a prua: gambe penzoloni, con la mia compagna sdraiata al mio fianco. Il sole mi bacia ed io, a mia volta, bacio lei. Mi godo le risate degli altri “imbarcati” ed il meraviglioso spettacolo della costa teatina.
Francavilla, Tollo, Ripari di Giobbe, Ortona.
Eccole, altre due barche di amici ci stanno aspettando. Avvolgiamo il fiocco, ammainiamo la randa. Ormeggiamo.
Dal mare la costa di Ortona toglie quasi il fiato. Anche il blu dell’Adriatico toglie il fiato. Anche questa giornata addir poco perfetta toglie il fiato. Anche lo scirocco, pure lui senza fiato in questo momento.
Ore 15:30 quindi ormeggiamo, ore 16 pranziamo tutti assieme.
In questo scenario mi sento milionario. Milionario di vita.
Amici, amore, mare, barche luccicanti e le bellezze naturali della mia regione, l’Abruzzo. Abruzzo che non cambierei con nessun altro posto al mondo. Sono qui, a mollo a pochi metri da questa splendida barca da regata di circa 30 piedi, gemella di un’altra che mi dicono si sia piazzata settima addirittura in una competizione mondiale, o qualcosa del genere. Sono qui, a mollo e vedo il Gran Sasso. Sono qui a mollo e vedo il Porto di Ortona. L’acqua è cristallina ed un gruppetto di cefali mi passa vicino.
Basta parole, basta pensieri: sono semplicemente grato. Grato al sole che mi ha svegliato, grato alla mia fidanzata che ha collegato al wifi il suo cellulare. Grato a Carla e Giancarlo (che non si chiamano così in realtà bensì…). Grato al mare, alla sabbia, ai sassi, allo scirocco. Grato ai porti abruzzesi, che invito tutti a visitare anche solo per una passeggiata.
E grato a chi mi ha fatto abruzzese.
“Certo Comante, avanti a tutta vita!”