In occasione della giornata mondiale della sicurezza nei luoghi di lavoro proponiamo un articolo sulla sensibilizzazione come strumento di lotta contro gli infortuni gravi o mortali.
Quando si parla o si scrive di sicurezza nei luoghi di lavoro non si può non citare il legame indissolubile che il concetto ha con quello di vita. Troppo spesso una negligenza una procedura non correttamente eseguita o buona prassi non rispettata va a trasformarsi in una tragedia, tragedia che immediatamente viene rubricata nella categoria ‘infortunio mortale’.
Negli ultimi tempi la Marsica è stata teatro di due drammi: il primo a Capistrello con la morte di Roberto Di Marco, titolare della sua impresa, rimasto ucciso all’interno di un miscelatore di calcestruzzo; il secondo ha visto coinvolto un lavoratore della cartiera Burgo di Avezzano, Marco Di Donato, rimasto schiacciato da un carrello elevatore. Il 2018 fino ad oggi conta ben 158 lavoratori che hanno perso la vita sul lavoro.
Molto spesso alla base di un infortunio mortale ci può essere la distrazione, la disattenzione, l’errore , la mancanza di procedure o istruzioni, la rimozione o il non utilizzo di protezioni.
La combinazione di tutti questi fattori mette in atto un processo irreversibile che cambia per sempre il percorso della vita. Cosa fare quindi? Come è possibile riuscire a ridurre l’esposizione a rischi mortali? La risposta potrebbe essere semplice: installiamo una protezione, dotiamo i lavoratori dpi, nella realtà invece la risposta non trova effetto, per dimenticanze, per fretta o per approcci superficiali ad un tema così delicato.Uno strumento molto utile ci viene indicato dal Ministero della Salute con le sue campagne pubblicitarie: la sensibilizzazione. Sensibilizzare i lavoratori ad adottare e rispettare determinate procedure perché ne va in gioco la loro vita. Una manovra errata con il trattore, con il carrello elevatore ed ecco che il mezzo si ribalta schiacciando il lavoratore che viene sbalzato fuori dall’abitacolo in quanto non indossava la cintura di trattenuta del conducente. E allora?
Perche non usare la cinta? La risposta è sempre la stessa: “ devo continuamente salire e scendere, non ho tempo”. Ecco questo è un esempio di infortunio mortale che potrebbe essere evitato tranquillamente eseguendo una istruzione elementare: “indossare la cintura di trattenuta del conducente”. Una soluzione molto utile per aumentare la sicurezza nelle aziende è viverle, diffondere la cultura per la sicurezza, elaborare procedure e istruzioni reali, spiegarle ai lavoratori, effettuare sopralluoghi, stare a fianco dei datori di lavoro, solo cosi giorno dopo giorno, potranno essere migliorate le condizioni di salute e sicurezza.
Ed infine ricordiamo che la mancanza di infortuni giova all’azienda ed alla collettività intera perché essi generano un danno economico sia per l’attività produttiva sia per la collettività che deve sostenere ulteriori costi per le cure sanitarie.
I.D.N.