Meteo approfondimento. Nelle aree interne appenniniche, dove quasi sempre l’aria risulta meno umida in presenza di una zona di alta pressione nota come l’Anticiclone nord-africano, ma anche sui versanti, quando si innescano correnti di Garbino (vento di caduta), l’aria è torrida o caldo/secca e il rischio di incendi aumenta terribilmente. Prendendo come punto di riferimento o esempio il nostro territorio marsicano, il Monte Salviano e le altre aree montuose foriere di vegetazione, risultano soggette a numerosi incendi durante l’Estate, non solo dovuti alla piromania, ma anche ai fattori meteorologici favorevoli, tra cui innanzitutto il calore e il vento secco. Le correnti d’aria, inoltre, spostano significativamente le immense fiamme che, in questo modo, oltre a ricevere grandi quantità di ossigeno, trasmettono il calore prodotto dalla combustione verso altri arbusti, alberi e restante vegetazione, alimentando e ingrossando l’incendio boschivo. Tornando all’area anticiclonica, se sufficientemente stabile, può favorire anche un incremento della siccità e quindi un terreno maggiormente secco che, a contatto con i venti meridionali, accresce il rischio incendi.
Ricorderemo sicuramente le Estati del 1993 e del 2003, quando i Canadair spensero le fiamme dei violenti incendi che, nonostante i notevoli interventi, purtroppo riuscirono a bruciare gran parte della flora della montagna marsicana, sede di cultura a stretto contatto con la natura. A partire dalla fine del mese di Aprile, dunque passando al periodo primaverile che porta verso la bella stagione, si narra che, durante l’incendio che divampò sul Monte Salviano, dopo una fase di siccità, “miracolosamente” piovve. Secondo tale leggenda, la pioggia rappresenta il pianto della Madonna di Pietraquaria, in ricorrenza della festività patronale avezzanese il giorno 27 Aprile.
Fonte immagine: Marsicalive.it
Grazie per l’attenzione.
Riccardo Cicchetti