Gran Sasso, spostamento sostanze pericolose e non chiusura dimostra che la mobilitazione ambientalista aveva ragione


Azione Civile rivendica il suo sostegno alla Mobilitazione e rilancia: ora basta bene pubblico al servizio dei privati

Lo spostamento delle sostanze pericolose stoccate nei Laboratori di Fisica Nucleare sotto il Gran Sasso dimostra quanto le richieste e le proteste di associazioni, movimenti, cittadini e anche alcuni sindaci fossero pienamente giuste e corrette. In questi anni, come è stato ampiamente documentato, la compresenza dell’acquifero, delle autostrade e dei Laboratori – e la loro gestione, soprattutto dal commissariamento Balducci ad oggi – fosse profondamente sbagliato. Le accuse di allarmismo e comportamento anti-scientifico vengono spazzate via dall’evolversi dei fatti. Esattamente come si dimostra la correttezza della vibrante protesta contro la paventata chiusura da parte del gestore. Che accusava gli ambientalisti di “campagna allarmistica” e osava affermare di dover chiudere per non incorrere in rischi penali nel processo che inizierà a settembre: scuse puerili che sia Azione Civile che la Mobilitazione Acqua Gran Sasso hanno già stigmatizzato come prive di fondamento.

In un precedente comunicato abbiamo definito l’annuncio della chiusura autostradale una vergognosa e inaccettabile minaccia. I fatti, e lo stesso comportamento della concessionaria, hanno confermato la validità della nostra posizione. Tutta questa vicenda è la plastica dimostrazione che lo Stato e gli Enti Locali non possono, e non devono, cedere allo strapotere degli (im)prenditori privati, bensì porsi a difesa e tutela dell’interesse pubblico. In questo caso rappresentato dalla sicurezza dei trasporti e dall’integrità di uno dei più grandi acquiferi europei.

Ora, invece di proseguire inaccettabili balletti che vanno avanti da troppi anni e continuare a vaneggiare di inutili commissariamenti bis, le istituzioni inizino a fare la loro parte. Basta trattative utili solo all’interesse di pochi, basta bene pubblico piegato al servizio di privati. Venga realmente impugnata la concessione, dando seguito agli annunci sinora sparati per avere titoli sui giornali e consensi elettorali, e si ponga in immediata e totale sicurezza l’acqua distribuita a centinaia di migliaia di abruzzesi.

Azione Civile Abruzzo

Redazione - Il Faro 24

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